Roger-Pol Droit
"Tocqueville" di Françoise Mélonio: la rubrica "storia" di Roger-Pol Droit
Le Monde, 5 ottobre 2025
Dietro ogni grande opera, un essere in carne e ossa. In ogni nuova idea, il culmine di un percorso di vita, una traiettoria intima, esperienze esistenziali. Tutti lo sanno, naturalmente. Ma lo dimentichiamo, il che riduce il pensiero a una falsa facciata, priva di contesto. È questo che rende indispensabili le grandi biografie. Non parlano semplicemente di una persona, delle svolte e delle svolte di una vita, delle tribolazioni di un individuo in un particolare paese o in un'epoca. Da piccoli, singolari dettagli, illuminano la generazione di idee universali.
Da questo punto di vista, la magistrale evocazione di Tocqueville da parte di Françoise Mélonio è esemplare. Scopriamo passo dopo passo, anno dopo anno, come un giovane aristocratico, di antica famiglia normanna, nato a Parigi nel 1805, abbia scritto a trent'anni lo smagliante De la Démocratie en Amerique e sia diventato il più acuto analista delle mutazioni politiche della modernità. Il suo principale punto di forza: aver visto nell'affermarsi dell'idea di uguaglianza il motore della storia politica e sociale contemporanea, ma averne anche compreso, prima di chiunque altro, i possibili eccessi e le inevitabili degradazioni.
Da dove nasce la lucidità di Tocqueville? In quale terreno, in quale storia, in quali circostanze gli è stato concesso di tracciare con tanta forza il legame tra le mutazioni dei sistemi politici e quelle della psiche e dei comportamenti individuali? In assenza di una risposta definitiva, il suo biografo riunisce una quantità di elementi che lo collocano chiaramente nel suo tempo, ma che ne evidenziano anche l'acuta rilevanza nel far luce sulle crisi che le democrazie stanno attraversando. L'opera di Françoise Mélonio, professoressa emerita alla Sorbona, segretaria scientifica dell'edizione delle Opere complete di Tocqueville (Gallimard), deve quindi essere letta su due registri.
Tra riflessione e azione
Da un lato, seguiremo il resoconto dettagliato del percorso personale di Alexis. Copre mezzo secolo di storia familiare, nazionale e internazionale, dal Royal College di Metz alla sua agonia a Cannes, dove morì di tubercolosi nel 1859, a soli 54 anni. Seguiamo questo malinconico attivo e paradossale nei suoi studi di giurisprudenza, nella sua magistratura, nel suo sorprendente viaggio negli Stati Uniti e in Canada, nella sua improvvisa fama letteraria, nella sua carriera politica come membro del parlamento, come consigliere generale e infine come Ministro degli Affari Esteri dal giugno 1849. Conoscendo i minimi dettagli della sua corrispondenza e delle sue azioni, l'autore dipinge un ritratto meticoloso ma coinvolgente di un pensatore diviso tra riflessione e azione, pessimismo e ostinazione, edonismo e altruismo.
D'altra parte, ricorderemo mille lezioni che uniscono questo cammino umano di ieri con gli sconvolgimenti di oggi. 29 gennaio 1848: "Non sentite, per una sorta di intuizione istintiva e inanalizzabile, che la terra trema di nuovo in Europa?" 21 luglio dello stesso anno: "Siamo destinati a oscillare a lungo tra dispotismo e libertà". 22 dicembre 1849: "L'avvenire è come una notte di dicembre". E questa linea d'azione, formulata in Souvenirs : "Superare la demagogia con la democrazia".
Si possono facilmente trovare molti altri esempi della vicinanza di Tocqueville ai nostri eventi attuali. Quest'uomo d'altri tempi è nostro contemporaneo.

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