Paul Quinio
Emmanuel Macron è un uomo solo
Libération, 7 ottobre 2025
"Non capisco più le decisioni del Presidente della Repubblica". Gabriel Attal ha pronunciato questa frase lunedì sera, 6 ottobre, durante un telegiornale. Ventiquattro ore dopo, continua a risuonarci nella mente, con le spie delle auto che lampeggiano nelle nostre teste, chiedendoci: "Ma abbiamo davvero capito la violenza di questa affermazione?". Gabriel Attal è un macronista fin dall'inizio. Ex Primo Ministro sotto Emmanuel Macron. Ora è a capo di Renaissance, il partito del Presidente. In altre parole, un uomo che conosce bene il capo dello Stato. E ora, non lo capisce più.
Non si tratta di lasciarsi ingannare dai secondi fini di Gabriel Attal . Il suo allontanamento dal capo dello Stato risale a questa dissoluzione, di cui è venuto a conoscenza quasi direttamente. E in politica, è vero, i più ambiziosi tradiscono il padre, proprio come i più golosi divorano pasticcini ogni mattina. Eppure, Gabriel Attal non capisce più Emmanuel Macron. Cosa dice questa frase? Ovviamente non che il capo dello Stato abbia perso la testa. Né che Gabriel Attal sia improvvisamente diventato stupido. Dice che Emmanuel Macron è un uomo solo. Lo è più che mai. Lo attesta anche la frase di Edouard Philippe che gli suggerisce di organizzare elezioni presidenziali anticipate.a a pensarci bene, questo isolamento risale agli inizi di Emmanuel Macron. Era solo durante la sua prima campagna. È innegabile che questo sia stato un punto di forza. Il suo errore è stato pensare di poter rimanere tale una volta entrato all'Eliseo. Presiedeva da solo. Teneva al suo partito, e quindi ai suoi sostenitori, come alla sua ultima camicia. Gli piace rimboccarsi le maniche per affrontare un pubblico ostile durante un dibattito. Solo di fronte alle avversità. Circondarsi bene, prestare attenzione al collettivo, a cosa serve? Il capo dello Stato sente queste critiche fin dalla crisi dei Gilet Gialli. Ricordate le sue promesse sulla fine della sua verticalità nell'esercizio del potere . Solo che in realtà non ha sentito nulla, non ha cambiato nulla. Se a questi fatti macroniani si aggiunge il fatto che l'Eliseo è un palazzo che ha isolato gli altri, ci si imbatte nell'Emmanuel Macron di oggi. Colui che cammina sulle rive della Senna, un'incredibile (inconscia?) messa in scena di una solitudine di cui si compiace ma che è diventata la sua trappola.
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