venerdì 24 ottobre 2025

Paolo Griseri, una traccia nel secolo del lavoro

 


Francesco Manacorda
Nasce il premio di laurea dedicato a Paolo Griseri

la Repubblica Torino, 23 ottobre 2025

Uno sguardo oltre la cronaca si intitola l’incontro che colleghi ed amici hanno deciso di dedicare a Paolo Griseri a un anno dalla sua scomparsa, che ricorre il 24 ottobre, mentre Repubblica lancia un premio di laurea a lui intitolato. E in questo “sguardo oltre la cronaca” c’è tutto il nostro collega, a Repubblica dal 2000 al 2020, dopo una lunga esperienza al Manifesto e prima di approdare alla Stampa, di cui è stato anche vicedirettore ed editorialista.

C’era - c’è - l’indispensabile cronaca, infatti e prima di tutto, dietro quello che Paolo e tutti noi facciamo: un lavorio paziente e allo stesso tempo frenetico, stretto tra la necessità di sapere e di capire e quella di informare, la smania di scrivere e l’ansia di sbagliare.

Ma allo stesso tempo, proprio con la sua capacità di cronista di intercettare e filtrare le notizie attraverso il setaccio di una lunga esperienza e grazie a una sensibilità che ricordava sempre come dall’altra parte della tastiera ci fossero persone e vite vere, lo sguardo di Paolo riusciva a dare profondità e prospettiva alle storie che raccontava evitando le trappole simmetriche del pietismo e del cinismo.

Dalla fabbrica - la fabbrica Fiat in particolare, come è ovvio che fosse per chi faceva il suo mestiere a Torino e in Italia - Paolo aveva allargato sempre di più lo sguardo a un mondo che nei suoi quasi quarant’anni di professione era cambiato molte volte. Tra le incursioni in campi come la politica e la cronaca, l’economia, intesa come soprattutto processo produttivo e non come geometria finanziaria, restava - per usare il linguaggio del settore - il suo “core business”: prima la conflittualità negli stabilimenti, poi la globalizzazione, che per il cronista della Fiat significa anche lo sbarco negli Usa, la scoperta e in fondo l’innamoramento per Detroit, speculare capitale dell’auto; poi il “tradimento” delle nuove tecnologie che alimentano anche la cosiddetta “gig economy”, fatta di lavori precari, poco o nulla garantiti, mentre i modelli di produzione ereditati dal secolo scorso arrancavano sempre di più e la grande industria meccanica si ritirava.

Una nuova sfida anche per il cronista del lavoro, quello di non avere più una classe operaia da raccontare, ma di dover rincorrere i mille fili di altrettante vicende individuali, accomunate magari dallo stesso impiego e destino, ma separate dal rapporto individuale con l’invisibile e implacabile algoritmo.

La storia di un rider costretto a suon di app a consegnare pizze e panini in una notte bolognese mentre l’Emilia-Romagna era sotto un nubifragio - uno degli ultimi articoli di Paolo - è l’esempio di come si possa fare giornalismo anche quando le categorie del passato vacillano o sono scomparse.

Anche per questo, Repubblica ha deciso di istituire un premio di laurea intitolato proprio a Paolo Griseri e destinato a chi discuterà in un’università italiana, entro i prossimi dodici mesi, una tesi triennale o magistrale sui temi del lavoro precario. I duemila euro del premio saranno un modo per ricordare il suo lavoro e per sostenere chi ha deciso di esplorare – attraverso la ricerca – un universo che spesso sfugge a chi è fuori dalle sue logiche e i suoi meccanismi e che molti preferiscono non vedere.

È un modo vivo di ricordare il nostro collega e al tempo stesso di guardare al futuro, di continuare a interrogarci sulle domande che tutti ci facciamo sul rapporto tra innovazione e diritti, tra tecnologia e futuro. Sono gli stessi temi di cui si parlerà anche venerdì 14 novembre a Torino, quando al Museo nazionale dell’automobile si terrà appunto una serata con i tanti amici e colleghi per rileggere e far conoscere il lavoro di Paolo.

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