giovedì 16 ottobre 2025

Pamela Genini

 


Paolo Brizzi
Pamela Genini, il padre invalido e il paese dove si rifugiava: “Per scappare dal suo assassino voleva tornare a casa”
la Repubblica, 16 ottobre 2025

STROZZA (Bergamo) – È venuta su lunedì a pranzo, sembrava serena, poi non è che ci confidassimo granché: quindi magari aveva paura ma a noi non lo ha detto. Forse per proteggerci, non so». Nicola, il fratello. Lo strazio ha il suo volto pallido incorniciato dalla barba. Nessun red carpet qui, accanto allo zerbino c’è una bombola di ossigeno per il padre tetraplegico: era muratore, è caduto dalla tromba delle scale mentre lavorava. Niente lustrini né borse griffate, che a Pam piacevano tanto, qui solo ciabatte sull’uscio, una vecchia panca di legno, vasi con piantine trascurate, un ombrellone chiuso e due macchine — no, non la Range Rover con cui girava Pam — parcheggiate a pochi metri dal supermercato e da un outlet low cost.

Mezzasco, frazione di Strozza. Il primo comune della Valle Imagna. Ecco: se esiste un antipode o un ossimoro di Montecarlo, di Dubai, di Lugano, di Milano, del Lido di Venezia, dei format televisivi per diventare famosi, è questo. La perfetta negazione dei posti e delle passioni di Pamela Genini, che però quassù veniva spesso, a trovare i suoi. Casa di famiglia, una casa modesta, all’imbocco della conca dove i monti si “strozzano”. Come le parole di Nicola.

Raccoglie le forze, il fratello, riceve il cronista in tuta. «Noi non sapevamo niente. Conoscevamo l’ex fidanzato, Francesco Dolci, lui sì. Ma Soncin no. A me non ne ha mai parlato». A metà pomeriggio, passa don Luigi Carminati il parroco di Strozza. «Una tragedia immane, siamo tutti sconvolti». Però bisogna raccontare chi era, Pam. Modella, imprenditrice, agente immobiliare, viaggiatrice, un po’ influencer: la cagnolina Bianca faceva capolino dalla borsa Chanel. I suoi 29 anni erano fatti di viaggi, aerei, hotel, case, amici inseriti: tutto documentato su Instagram come accade alle ragazze che sognano quel mondo.

Bella fin da bambina, raccontano, «ma dai 6 ai 9 anni era timida», ricorda l’insegnante della Twirling School di Brembilla, il paese d’origine della famiglia, dove è nata. Una cugina del padre di Pam, chissà se è vero, racconta che ogni tanto la ragazza che sognava in grande si allontanava da casa. E che mamma Duna stava in pensiero. Ma comunque. Vent’anni sono passati da quell’immagine di bimba schiva che si allenava da majorette e a cui poi — parla il titolare del ristorante Forno, sempre a Brembilla — «si vedeva benissimo che il paese le andava stretto». A 19 anni — dopo pezzi di scuola di parrucchiera e pezzi di liceo artistico, e infine un diploma tecnico commerciale — Pamela si trasferisce a Milano. Si apre al mondo. Tenta anche lo sbarco televisivo: passa i provini de L’isola di Adamo ed Eva, un reality dove ragazzi e ragazze nudi cercano l’amore su un’isola paradisiaca. Partecipa a una sola puntata.

Il capo del filo della vita di Pamela Genini è un punto che sta tra la curiosità, la voglia di divertimento e l’ambizione di carriera. Sfila sul red carpet del festival del Cinema di Venezia con un abito da aspirante star. «Amo, come sto?!». E giù stories e like. Intanto imbocca una nuova strada: vendere case di lusso a clienti danarosi. Inizia a lavorare per un’agenzia di Milano. Talvolta queste agenzie luxury allargano il raggio a altre città, quelle dove le case costano anche decine di migliaia di euro al metro quadro: Montecarlo, Dubai, Lugano appunto.

«Ieri era andata a Lugano, diceva che voleva iscriversi a un corso di laurea in psicologia», dice Pier Giuseppe Rota. È il compagno della mamma di Pamela, la signora Duna, russa. Abitano insieme nella stessa casa di Strozza dove vive anche il papà di Pamela, Sergio Genini. Che di Duna è stato marito e da qualche anno, appunto, è tetraplegico. Si erano conosciuti in Russia: la prima figlia nata, Veronica, adesso è incinta. Pamela aveva già comprato il completino per la nipotina. «Viviamo insieme e andiamo tutti d’accordo», ancora Rota, proprio accanto a casa aveva una carrozzeria poi venduta. «Pamela voleva venire via da Milano e comprare casa a Strozza. Aveva in ballo degli atti da fare». Un ritorno al paesino. Tradotto: fuga disperata da Soncin. Non c’è stato il tempo.

«Ciao Pam, non invecchieremo insieme, tu non invecchierai mai, ti voglio bene amica mia». Il post su Instagram è di Elisa Bortolotti, socia e amica del cuore. A Lugano, martedì a pranzo, erano insieme. Avevano creato il brand di costumi da bagno “Ep SheLux”. E e P, Elisa e Pamela. E il lusso. Dopo Lugano, rientrate a Milano, è spuntato il coltello di Soncin. Di quanto Pamela avesse paura dopo avergli detto che basta, voleva chiudere, sapeva solo l’ex, imprenditore di Sant’Omobono. Sempre valle Imagna. La montagna, il primo mondo dove Pam voleva trovare rifugio.

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