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| John Singer Sargent, Ritratto di Madame X |
Rosella Mamoli
Sargent, i brillanti esordi parigini dell'americano elegante
il manifesto, 12 ottobre 2025
Allorché Sargent giunge a Parigi nel 1874, ha diciotto anni. È americano, ma è nato a Firenze da genitori espatriati. Si iscrive ai corsi di Carolus-Duran, il pittore che ha avuto tanto successo con La Dame au gant (1869). Nel 1878 Sargent partecipa con gli studenti all’affresco del maestro, Il trionfo di Maria de’ Medici, per il palazzo del Lussemburgo, ora al Louvre. Di Carolus-Duran gli rimarranno l’ambizione a dipingere spazi pubblici come culmine di una carriera – cosa che farà alla Biblioteca di Boston con i dipinti spediti in America tra il 1895 e il 1919 –, e l’adorazione per Velázquez e per la pennellata libera di Frans Hals: va, come diversi pittori francesi e stranieri, a Haarlem in Olanda, per ammirare e copiare Hals nel 1880; ci va con i pittori Francis Brooks Chadwick e il cugino lontano Ralph W. Curtis, che conosce da Carolus-Duran e che lo inviterà a dipingere nel suo studio a Venezia nel 1882. Nel 1898 dipingerà A Venetian Interior, il salotto di Palazzo Barbaro, che Ariana Curtis rifiuterà per la posa troppo nonchalante del figlio, appoggiato a un tavolo (Londra, Royal Academy).
Sargent a Parigi è adesso oggetto di una mostra al Musée d’Orsay: John Singer Sargent. Éblouir Paris, a cura di Caroline Corbeau-Parsons e Paul Perrin, fino all’11 gennaio. Il pittore sa il francese, il che gli permette di accedere alla prestigiosa École des Beaux-Arts. Ma non sta fermo a Parigi. Tutte le estati viaggia: nell’estate 1877 va in Bretagna, a Cancale, dove dipinge studi e Le raccoglitrici di ostriche. Ma poi va a Capri, dove è protagonista Rosina Ferrara; va in Spagna per vedere Velázquez – l’unico importante dipinto assente in mostra è El Jaleo (1882, Boston, Isabella Stewart Gardner Museum), ispirato alle danze spagnole; va in Tunisia e in Marocco, e qui dipinge Fumée d’ambre grise (1880), una scena misteriosa, con i suoi toni di bianco su bianco, di un orientalismo, in quegli anni di moda, iper-raffinato; va a Venezia, dove realizza Ramón Subercaseaux in una gondola (1880), la conturbante Conversazione veneziana, Interno veneziano, Venise par temps gris, tutti dipinti presenti in mostra.
Il visitatore, oltrepassate le prime sale – con nudi maschili (modelli di studio) e teste di uomini mediterranei che non possono non suggerire che Sargent fosse gay –, arriva alla sala centrale, dove sono raccolti i capolavori: Il dottor Pozzi (1881), Le figlie di Edward D. Boit (1882), Madame X (1884).
Il dottor Pozzi, un personaggio affascinante a detta delle fonti coeve, ritratto nella sua vestaglia rossa, e non nei suoi abiti di medico, venne esposto alla Biennale di Venezia del 1897: famoso ginecologo, fu pugnalato dal marito di una sua paziente, e nel 1919 la sua collezione, comprendente quadri di Tiepolo e Guardi, andò all’asta.
Le quattro figlie bambine del pittore Boit, che visse per un periodo a Parigi, sono disposte su uno spazio vasto, e sono meno alte dei vasi cinesi che ornano la casa. Il taglio del quadro è di un’assoluta novità, come l’aria di incomunicabilità tra le ragazzine.
Quando Sargent mise in mostra il notissimo ritratto di Madame*** (Madame X) al Salon di Parigi del 1884, il successo del quadro, malgrado egli fosse un pittore già affermato, sembrava incerto: in un Salon affollato dal tout Paris, come scrisse ai genitori Ralph W. Curtis, «in un quarto d’ora ho visto un numero senza pari di conoscenti e sconosciuti e ho sentito tutti dire: “Où est le portrait de Madame Gautreau?” “Oh allez voir ça”… John aveva molta paura, ma le sue paure furono di molto oltrepassate da quel che accadde ieri. Ci fu un grand tapage davanti al quadro tutto il giorno. In pochi minuti trovai (Sargent) nascosto dietro le porte per evitare gli amici che avevano un aspetto serio. Tutte le signore esclamano “Oh, quelle horreur!”, e ridono del quadro. Il pomeriggio la marea girò come sostenevo io. Il quadro fu definito “étrangement épatant” e tutti ne furono entusiasti». Peraltro Madame Gautreau e la madre raggiunsero lo studio di Sargent, e la madre in lacrime disse: «Ma fille est perdue – tout Paris se moque d’elle. Mon genre sera forcé de se battre…».
Il ritratto, uno dei più belli di Sargent, non fu più messo in mostra, malgrado il pittore avesse rialzato la spallina dell’abito, nella prima versione scivolata dalla spalla, ciò che aveva tanto scandalizzato (perfino) Parigi. Sargent aveva chiesto di fare il ritratto di Virginie Avegno, sposata Gautreau, una «beauté professionelle» in cerca di successo, e trascorse parte dell’estate del 1883 a Paramé dai Gautreau, sconfitto dalla bellezza della signora: vi sono infatti in mostra numerosi schizzi di Virginie di profilo, e vi è una replica non finita del ritratto. Sargent non volle vendere Madame X, che dal suo studio londinese in Tite Street passò direttamente al Met, che lo comprò, solo nel 1916. Tale fu lo scandalo del dipinto che Sargent lasciò Parigi per stabilirsi a Londra. Vi è un altro ritratto, Madame Gautreau drinking a Toast (ca. 1883), che fu comprato da Isabella Stewart Gardner, passando per la collezione del dottor Pozzi.
Vi sono altri quadri assai noti in mostra, tra cui Vernon Lee, l’intelligente (ma brutta) amica di Henry James, e amica di infanzia di Sargent; Madame de Subercaseaux al pianoforte (1880-’81), Madame Escudier (1882), che spicca nel suo vestito blu di seta contro i tendaggi bianchi, Henrietta Reubell (ca. 1884-’85), la «grande demoiselle», come la chiamava James, che nella sua corrispondenza con Henrietta cita sempre Sargent. Parigine o inglesi o americane, tutte vogliono un ritratto di Sargent.
L’ amicizia di Sargent con Monet è documentata da un Claude Monet che dipinge in un bosco (ca. 1885), e con i ritratti di artisti quali Ernest Ange Duez, Rodin, Paul Helleu, del critico influente Louis de Fourcaud. Ancora, bellissimo, il ritratto di Albert de Belleroche, e quello del musicista Gabriel Fauré – che ci ricorda che Sargent aveva anche un pianoforte, che suonava nello studio –, e un ritratto di Winneretta Singer , di Fauré grande protettrice, destinata ad aprire un salon soprattutto musicale a Venezia in palazzo Contarini dal Zaffo. Chiude la mostra il grande quadro della Carmencita, la ballerina spagnola ferma ma in tensione, in attesa di danzare, esposto alla Royal Academy di Londra nel 1891: il primo che venne comprato dallo Stato francese nel 1892.
Il catalogo (Gallimard-Musée d’Orsay) comprende saggi dei maggiori studiosi di Sargent, a cominciare da Richard Ormond, meritorio autore del catalogue raisonné in più volumi, con Elaine Kilmurray (di lei sono quasi tutte le schede). Recentissima è la pubblicazione, dovuta allo stesso Ormond, dei quasi settecento ritratti a carboncino di Sargent: John Singer Sargent. The Charcoal Portraits (Paul Mellon Centre for Studies in British Art, 2025).
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