sabato 19 maggio 2018

La morte di Patroclo

 
 
 Iliade, libro XVI, traduzione di Rosa Calzecchi Onesti
 
E tu rispondesti, sfinito, Patroclo cavaliere:
<<Sì, Ettore, adesso vantati:
a te hanno dato vittoria Zeus Cronide e Apollo, che m’abbatterono
facilmente: essi l’armi dalle spalle mi tolsero.
Se anche venti guerrieri come te m’assalivano,
tutti perivano qui, vinti dalla mia lancia;
mi uccise destino fatale e il figliuolo di Latona,
e tra gli uomini Euforbo: tu m’uccidi per terzo.
Altro ti voglio dire e tientelo in mente:
davvero tu non andrai molto lontano, ma ecco
ti s’appressa la morte e il destino invincibile:
cadrai per mano d’Achille, dell’Eacide perfetto>>.
Mentre parlava così la morte l’avvolse,
la vita volò via dalle membra e scese nell’Ade,
piangendo il suo destino, lasciando la giovinezza e il vigore.

domenica 6 maggio 2018

L'alba di una nuova epoca

G.W.F. Hegel, Fenomenologia dello spirito, Prefazione (1807)  


Del resto non è difficile a vedersi come la nostra età sia un’età di gestazione e di trapasso; lo spirito ha rotto i ponti con il mondo ultimo del suo essere e della sua immagine; esso sta per inghiottire il suo essere e la sua immagine nel passato e si condensa nel travaglio della sua concezione. Invero lo spirito non si trova mai in pace, preso com’è in un concepimento sempre progressivo. Ma a quel modo che nella creatura, dopo lungo placido nutrimento, il primo respiro – in un salto qualitativo – spezza la continuità di un progresso solo quantitativo, ed è allora che il bambino è nato; così lo spirito che si coltiva matura lento e silenzioso fino a produrre la sua nuova figura, dissolve pezzo per pezzo l’edificio del suo mondo precedente. Il suo squilibrio è denunciato da alcuni sporadici sintomi.  La noncuranza e la noia che invadono ciò che ancora sussiste, il vago presentimento di un ignoto sono segni premonitori di qualcos'altro che si prepara. Questo lento sgretolamento che finora non alterava la fisionomia del Tutto, viene interrotto dal sorgere del sole che, come in un lampo, fa apparire di colpo l'edificio del nuovo mondo. 
Solo che questo nuovo mondo, come il bambino appena nato, non ha ancora una realtà compiuta, ed è essenziale non trascurare questo punto. Il primo sorgere è anzitutto la sua immediatezza e il suo concetto. E, come un edificio è così poco compiuto quando sono gettate le sue fondamenta, allo stesso modo il concetto del Tutto alla sua prima comparsa è il Tutto medesimo. 

Es ist übrigens nicht schwer, zu sehen, daß unsre Zeit eine Zeit der Geburt und des Übergangs zu einer neuen Periode ist. Der Geist hat mit der bisherigen Welt seines Daseins und Vorstellens gebrochen und steht im Begriffe, es in die Vergangenheit hinab zu versenken, und in der Arbeit seiner Umgestaltung. Zwar ist er nie in Ruhe, sondern in immer fortschreitender Bewegung begriffen. Aber wie beim Kinde nach langer stiller Ernährung der erste Atemzug jene Allmählichkeit des nur vermehrenden Fortgangs abbricht – ein qualitativer Sprung – und itzt das Kind geboren ist, so reift der sich bildende Geist langsam und stille der neuen Gestalt entgegen, löst ein Teilchen des Baues seiner vorgehenden Welt nach dem andern auf, ihr Wanken wird nur durch einzelne Symptome angedeutet; der Leichtsinn wie die Langeweile, die im Bestehenden einreißen, die unbestimmte Ahnung eines Unbekannten sind Vorboten, daß etwas anderes im Anzuge ist. Dies allmähliche Zerbröckeln, das die Physiognomie des Ganzen nicht veränderte, wird durch den Aufgang unterbrochen, der, ein Blitz, in einem Male das Gebilde der neuen Welt hinstellt. 
Allein eine vollkommne Wirklichkeit hat dies Neue sowenig als das eben geborne Kind; und dies ist wesentlich nicht außer acht zu lassen. Das erste Auftreten ist erst seine Unmittelbarkeit oder sein Begriff. Sowenig ein Gebäude fertig ist, wenn sein Grund gelegt worden, sowenig ist der erreichte Begriff des Ganzen das Ganze selbst.

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... Non ci rendiamo conto che viviamo in un’epoca di trasformazione, in cui si stanno accumulando le condizioni di una nuova nascita; sentiamo ogni tanto i gemiti di un parto che sta per venire, non lo abbiamo ancora visto, «ma io sono certo, dice Hegel, che lo spirito, cioè il divenire dell’uomo, sta per generare una nuova era, che poi sboccerà all’improvviso».
Hegel è un filosofo rivoluzionario, per lui la storia presenta discontinuità: procede silenziosamente per anni, anche per secoli, poi, all’improvviso, emerge un’epoca nuova. È chiaro che ha presente l’esempio della Rivoluzione francese, per la quale si era entusiasmato con Schelling e Hölderlin di cui era compagno di studi. Ha in mente l’immagine dello spirito dell’uomo che ha cercato di prendere la direzione della storia con la Rivoluzione francese, e si aspetta lo sboccio di un’età nuova. Dunque: «Esso disgrega frammento dopo frammento l’edificio del suo mondo precedente, e il vacillare di quest’ultimo si lascia presagire soltanto attraverso dei sintomi sporadici; la leggerezza e la noia, che invadono ciò che ancora sussiste» [vien fatto di pensare alla leggerezza e alla noia di tanti intellettuali italiani ed europei i quali scoraggiano dall’uso dell’intelletto e dallo studio della filosofia perché sono oramai scettici e annoiati di tutto, e li vedo rappresentati già in questo passo di Hegel], «il vago presentimento di un ignoto, sono i segni che annunciano che qualcosa di diverso si va preparando. Questo graduale processo di sbriciolamento, che non alterava la fisionomia dell’intero, viene interrotto dall’aurora che, come un lampo, d’un tratto presenta alla vista la struttura del nuovo mondo». (Antonio Gargano)

http://www.iisf.it/scuola/idealismo/Hegel_fen.htm