lunedì 1 settembre 2025

Darmanin si butta a sinistra

Libération
Chez Pol, 1 settembre 2025

IO ESISTO • Il primo ministro è ancora a Matignon ma gli scatoloni di trasloco sono già pronti. Ma chi per sostituire François Bayrou? I soliti sospetti sono già menzionati da diversi giorni: Catherine Vautrin, Sébastien Lecornu, Bernard Cazeneuve... insomma, solo persone di destra. E poi c'è Gérald Darmanin che, da buon ambizioso mai sazio, si vedrebbe bene diventare califfo. Ieri a Tourcoing, per il suo rientro politico, il ministro della giustizia ha lanciato delle reti per pescare i baccalà che potrebbero fare di lui il prossimo capo del governo. Il Guardasigilli ha così promosso una politica sociale, in cui la «condivisione» sarebbe la parola chiave. In primo luogo sulla constatazione: dobbiamo raddrizzare i nostri conti pubblici. Poi si possono condividere gli sforzi tra gli eletti, senza dubbio, le persone che hanno soldi, certo, le aziende ovviamente, ma anche tutti quelli che devono lavorare di più», ha lanciato. Ciao, socialisti, questo messaggio è per voi. Perché nell'entourage del ministro della Giustizia si è capita una cosa: il prossimo Primo Ministro non resisterà che grazie alla sinistra. E, per questo, sarà necessario fare degli sforzi. «Mi piace Darmanin ma non è perché ti vende del sociale che la sinistra si unirà a lui», tempesta un dirigente del gruppo Renaissance [macroniani]. Alcuni potrebbero credere che il Presidente potrebbe nominare una personalità di sinistra a quel posto ma bisognerebbe smettere di scherzare, grazie. «L'equazione è semplice: ci vuole qualcuno abbastanza di destra per tenere dentro i gaullisti senza essere urticante per i socialisti», riassume al Figaro il centrista Richard Ramos. Un profilo che corrisponde a, oh, bah, tò, Darmanin, ecco. Ma anche a Cazeneuve, notate. Il nostro dirigente citato sopra vedrebbe bene Vautrin occupare questo lavoro, vedendo in lei «una donna abbastanza intelligente e non così caricaturale» e aggiungendo: «È una buona negoziatrice.» Proprio l'opposto di Bayrou.

Sylvain Chazot


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