lunedì 15 settembre 2025

La frontiera della rabbia

Hendrik Wüst e Friedrich Merz

Tonia Mastrobuoni
Germania, vola l'ultra destra. Il contagio Afd arriva a Ovest: al ballottaggio in tre città

la Repubblica, 15 settembre 2025

BERLINO – Il sorriso sulla faccia da eterno ragazzo di Hendrik Wuest è teso. La sua Cdu ha retto. E il 33,7% in Nordreno-Westfalia è anche merito suo, del popolare governatore ‘merkeliano’. Ma il principale esponente della sinistra cristianodemocratica lo ammette subito: «Non possiamo più dormire tranquilli». Il vero trionfatore di queste elezioni comunali nel land più popoloso, nel motore del Made in Germany, è l’Afd. Il primo test elettorale del governo Merz è andato male, per il cancelliere che aveva promesso di “dimezzare” l’ultradestra. Tino Chrupalla, leader dell’Afd, esulta: «Siamo una Volkspartei», un partito radicato in tutti gli strati della popolazione. Che sta infettando anche l’Ovest.

Rispetto a cinque anni fa, l’Afd ha triplicato i voti: ora supera il 15%. Già alle elezioni federali era emerso che l’ultradestra fosse diventato il primo partito tra i lavoratori tedeschi. Aveva scippato ai socialdemocratici lo scettro di “partito operaio”. Adesso il travaso dalla Spd all’Afd è confermato anche nella regione più industrializzata della Germania. In alcune storiche medie città “rosse” come Duisburg quartier generale della Thyssen -, Gelsenkirchen e Hagen, il candidato dell’Afd è arrivato persino secondo e potrà presentarsi al ballottaggio per la poltrona di sindaco, previsto per il 28 settembre. La Cdu e la Spd hanno già fatto sapere che nelle città in bilico si coalizzeranno contro l’Afd. “Là dove la Cdu va al ballottaggio con l’Afd per me è ovvio che appoggeremo la Cdu”, ha annunciato la capa dei socialdemocratici del Nordreno- Westfalia Sarah Philipp. Il governatore Wuest ha assicurato che per la Cdu vale lo stesso. Il capo dell’Afd regionale, Martin Vincentz, ha dichiarato invece che l’ultradestra è pronta a una collaborazione con i partiti tradizionali: “Per noi non esistono cordoni sanitari”.

I socialdemocratici hanno sempre incassato l’en plein nelle fabbriche della Ruhr. Ma ieri la forza politica che da un secolo e mezzo ha avuto - con la significativa eccezione degli anni del nazismo - nelle acciaierie e nelle miniere di carbone la sua più incrollabile roccaforte, è precipitata al 22,1%. È il peggior risultato del dopoguerra. Una catastrofe, per il partito che per decenni ha anche guidato la regione “operaia”. E fa il paio con il tracollo del partner di governo di Wuest, i Verdi, che crollano di quasi nove punti all’13,1%.

Il successo in Nordreno-Westfalia è la conferma che il flagello blu - il colore dell’Afd - ha contagiato ormai anche l’Ovest, che non è più soltanto un fenomeno delle vecchie regioni della Germania comunista. Nel land di Duesseldorf è andato a votare un tedesco su quattro, quasi quattordici milioni di elettori su sessanta.

Qualche giorno fa, Wuest era ancora a Friedensdorf, una straordinaria iniziativa, un ospedale dove si curano bambini afgani o africani da malattie incurabili, ed era lì a sottolineare la differenza tra la sua linea politica moderata e la perenne caccia ai migranti dell’Afd. Ma da lì, il governatore si è concesso un analisi implacabile del declino degli eterni rivali della Spd: «Ha avuto per decenni profonde radici nella Ruhr, era un faro per i cittadini di lì. Ora l’enorme crollo di fiducia nella Spd in quelle aree è il motivo essenziale del successo dell’Afd».

Uno che ha fatto campagna elettorale a tappeto per l’ultradestra è il controverso deputato Afd Matthias Helferich, che una volta si definì «il volto buono del nazionalsocialismo». Ai giornalisti adora mostrare ad esempio la zona degradata di un’altra città leggendaria della Ruhr, Dortmund, guidata da un sindaco della Spd. Sulla piazza del mercato i tossici scaldano briciole di crack in pieno giorno, i senzatetto sbronzi insultano i passanti e le prostitute minorenni si offrono a ogni ora. Qui nove anni fa l’ex allenatore della Bundesliga Sascha Lewandowski fu trovato, ubriaco, in compagnia di un bambino romeno dodicenne. Fu lo scandalo che lo spinse al suicidio. E a Dortmund, alla rabbia per il degrado urbano si aggiunge quella per un partito che si è occupato troppo di rimpolpare il reddito di cittadinanza e troppo poco degli interessi dei lavoratori.

Come ha detto alla Zeit un leader regionale della Cdu, Paul Zemiak, «la linea del conflitto non è tra tedeschi e stranieri ma tra chi lavora e paga i contributi e chi sfrutta il sistema sociale». È lì che corre la frontiera della rabbia, tra i vecchi compagni.

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