Valeria D'Autilia
Nicola, lo studente morto in bici a 18 anni ad Andria. "Era l'ultima consegna"
La Stampa, 21 settembre 2025
Si divideva tra la scuola e le consegne a domicilio. Studente al quarto anno e rider per arrotondare. Nicola Casucci era stato assunto da meno di un mese. La mattina in classe e poi in sella alla sua bicicletta per consegnare cibi pronti. E venerdì sera è morto così, sull’asfalto, nell’impatto con un’auto. Ad Andria, in pieno centro. Aveva appena compiuto 18 anni.
«Un destino crudele» commenta la dirigente scolastica del Polo tecnico liceale “Carafa”, Palma Pellegrini, dove Nicola studiava. Era arrivato l’anno scorso. Nonostante il carattere introverso, era riuscito ad integrarsi. «Volenteroso, responsabile, il classico bravo ragazzo. Nella classe era un po’ più grande degli altri e riusciva ad essere un modello positivo per tutti».
È stata lei a raccogliere il dolore dei suoi compagni che, ieri mattina, hanno lasciato sul banco vuoto un mazzo di fiori bianchi. Poi un minuto di silenzio. Tra rabbia e incredulità. Molti di loro avevano trascorso la notte in ospedale: appena la notizia era rimbalzata nelle chat, avevano iniziato ad affollare la camera ardente. Per sentirsi vicini a quel compagno che, come dicevano, «faceva il fattorino» per guadagnare qualcosa e aiutare la famiglia.
Nicola, venerdì sera, era alla sua ultima consegna. Da lì a poco sarebbe dovuto tornare a casa. Ma, prima di mezzanotte, lo scontro fatale tra la sua bici e un’auto. Ad un incrocio che in città tutti considerano pericoloso. L’impatto non gli ha lasciato scampo: è rimasto a terra, privo di sensi. Poi il decesso in ospedale. La donna alla guida della Panda, una 28enne, è sotto shock. È risultata negativa ai test alcolemici e tossicologici.
La procura di Trani ha aperto un’inchiesta per omicidio stradale e sequestrato i mezzi coinvolti nell’incidente. In corso le indagini dei carabinieri. Per ricostruire dinamica e responsabilità potrebbero essere determinanti le telecamere di videosorveglianza della zona.
Nicola Casucci lavorava da poche settimane per la Godez, un servizio locale di consegne a domicilio con sede a Trani e ad Andria. Serrande abbassate in segno di lutto.
Accarezzava l’idea di una laurea e poi, da grande, di un’attività in proprio. Economia era la sua materia preferita e l’anno scorso aveva dato vita ad una start up, ma poi non aveva avuto il tempo di seguirla. Con il resto della classe, aveva partecipato ad un concorso per un disegno di legge in Senato sull’eutanasia.
«Sarebbe riuscito a fare qualsiasi cosa- racconta una delle sue professoresse - era così tenace da far diventare anche un sassolino una pietra preziosa».
La sindaca di Andria, Giovanna Bruno, ha fatto sapere che la comunità, che in questi giorni si appresta a vivere la festa patronale, dedicherà momenti di silenzio per ricordare Nicola.
Martedì ci sarà l’ultimo saluto. I suoi compagni lo ricordano con parole commosse: «Sei andato via troppo presto, troppo in fretta. Eri uno di quei ragazzi che non hanno bisogno di fare rumore per farsi notare: bastava il tuo modo di essere sincero, rispettoso, buono. Ci hai insegnato che si può lasciare un segno anche senza volerlo, solo essendo se stessi. Con infinito affetto e dolore la tua 4E».
La tragedia di Nicola ne segue altre accadute di recente. Nel Padovano, il mese scorso, Shahzad Baluch, 35 anni, era morto in un incidente mentre lavorava per una piattaforma di delivery. Sempre nel Veneto, un anno prima, Alì Jamat, 31 anni, era stato investito durante l’ultima consegna. A Milano, a fine 2024, il 44enne Muhammad Ashfaq aveva perso la vita in sella alla sua bici. I dati diffusi dall’Inail raccontano di 1.364 incidenti denunciati, in un triennio, che hanno coinvolto lavoratori delle consegne a domicilio. E sette di loro sono morti.
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