Vincenzo Bisbiglia e Davide Milosa
Marea pacifica per i palestinesi Ma la destra si scatena su Milano
Il Fatto quotidiano, 23 settembre 2025
“Abbiamo dimostrato che esiste un popolo in grado di bloccare la città e il Paese. Facciamoci un applauso”. L’emozione della “donna col megafono” sotto la bandiera di Potere al Popolo è palpabile. Sono le 17:30 e il corteo per Gaza, dopo quasi dieci km per le vie della città è arrivato in piazzale Aldo Moro a Roma, sede dell’università Sapienza. Una marea umana come da anni non si vedeva nella Capitale. Un successo ogni oltre aspettativa per lo sciopero generale convocato da Usb e sindacati di base (Cub, Adl, Sgb) per la Palestina e come “scorta morale” agli attivisti della Global Sumud Flotilla.
Manifestazioni in 70 città, con mezzo milione di persone in piazza. La risposta più importante però è arrivata da Roma, dove una “straordinaria adesione di persone di ogni estrazione”, come recitava il bollettino pomeridiano della Questura, ha registrato almeno 50 mila persone, 100 mila per gli organizzatori. Una marea pacifica che per tutto il giorno non ha creato mai tensione con le forze dell’ordine, con la macchina messa in piedi dal prefetto Lamberto Giannini e dal questore Roberto Massucci che ha funzionato alla perfezione. Già dalle 11:30 entrare in piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini, era impossibile. Famiglie, professionisti, operai, giovani, anziani, hanno risposto all’appello di un partito e quattro sindacati ultra minoritari. “Israele ha passato ogni limite, bisogna far sentire la nostra voce”, dice Anna. “Io sono di destra, ma quello che accade in Palestina è inconcepibile per qualsiasi essere umano”, ammette Andrea.
ALLE 13:30 si parte in corteo. In testa a reggere lo striscione, i vigili del fuoco. Il dialogo tra organizzatori e Digos è costante e disteso, i bambini giocano con i caschi degli agenti del Reparto Mobile. Un cartello recita: “Definisci genocidio”, parafrasando quel “Definisci bambino”, di Eyal Mizrahi, che in tv ha fatto infuriare il comico Enzo Iacchetti. I politici sono i primi bersagli della contestazione. I cartelli con le facce di alcuni di loro e la scritta “complice del genocidio”: ci sono Meloni, Salvini, Tajani, perfino Elly Schlein. Restano gli studenti: Osa, Cambiare Rotta e Potere al Popolo. Sulla tangenziale il traffico va in tilt, qualche automobilista sbuffa ma molti applaudono, altri accompagnano i tamburi con il clacson: qualche disagio in più in una città dove il traffico è già folle non farà la differenza.
Non solo Roma. Anche a Genova, Venezia, Napoli e Palermo è filato tutto liscio. A Bologna sono serviti gli idranti per sgomberare la tangenziale. Anche a Milano, in realtà, la manifestazione si è snodata pacifica per la città. Solo in stazione Centrale, al termine del tragitto, la tensione è salita. Qui un centinaio di manifestanti hanno forzato il cancello che porta ai grandi portici poco prima dell’ingresso. La polizia che dopo brevi cariche ha iniziato un fitto lancio di lacrimogeni. Molti studenti sono rimasti contusi. In testa agli scontri gli anarchici della Panetteria occupata, poi figure del centro sociale Conchetta, antagonisti e giovani provenienti da famiglie di migranti. Con i manifestanti che hanno lanciato di tutto: biciclette, cestini e oggetti trovati sotto i portici. L’ingresso della stazione è devastato. Nel tardo pomeriggio, tutto rientra. Una decina i fermati, 60 gli agenti leggermente contusi.
UN CENTINAIO di facinorosi su mezzo milione di persone in piazza. Quanto basta al governo per cambiare discorso. A iniziare dalla premier Giorgia Meloni che ha chiesto a tutte le forze politiche di “condannare i fatti di Milano”. “Ma Meloni condanni i crimini di Netanyahu”,
ha replicato Schlein, mentre il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha invitato il governo a “concentrarsi sul grido contro il genocidio”. Si tornerà in piazza il 4 ottobre. E lì già si conoscerà l’esito della missione della Global Flotilla. “Se perderemo contatto con loro anche solo per 20 minuti bloccheremo tutto”, assicuravano i manifestanti. Quel giorno il clima potrebbe essere diverso.
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