domenica 14 settembre 2025

Sorelle d'Italia


Le rivoluzioni si sviluppano in questo modo. Prima ancora che il vecchio ordine sia rovesciato, il nuovo ordine si afferma moltiplicando i segnali di forza. L'abolizione dei diritti feudali fu votata dall'Assemblea nazionale il 4 agosto 1789. Meno di due mesi prima il Terzo Stato si era separato dagli Stati generali e aveva deciso di riunirsi a parte nella sala della pallacorda. Inutile moltiplicare gli esempi. Tornando al punto, il mutamento nella condizione femminile è stata secondo Eric Hobsbawm la più duratura tra le rivoluzioni del Novecento. Tendenza di lungo periodo, l'ascesa delle donne non cessa di produrre i suoi effetti anche nel nuovo secolo. Perfino Giorgia Meloni, una sorta di virago - si sarebbe detto una volta - può essere citata a questo proposito. E Jasmine Paolini. E Fabiola Gianotti. La lista sarebbe lunga. Oggi sul Messaggero Luca Ricolfi sottolinea in un editoriale "Quel gap indicibile dei maschi": hanno risultati scolastici nettamente inferiori a quelli delle femmine, abbandonano più facilmente gli studi, ma non sono discriminati: si impegnano di meno. L'altra metà del cielo è destinata a sorprenderci ancora. 

Emanuela Audisio
Antonella Palmisano e Nadia Battocletti, la lunga scia d'argento delle ragazze magiche

la Repubblica, 14 settembre 2025

Nadia e Antonella. 25 e 34 anni. Silver girls, sotto gli occhi di Kirsty Coventry, presidente Cio. Il grande nord (Trentino) e il grande sud (Puglia). Sorelle d’Italia e d’argento nello stesso giorno. Una chiude la sera, l’altra apre la mattina. La buonanotte è azzurra come l’alba. Se le bambine potessero capire che non bisogna aver paura di tener testa a qualcuno, di studiare, di migliorarsi. Hai l’Africa contro? Sei sola contro quattro gazzelle degli altopiani? E tu esaltati, fai girare le gambe, che nel paese dove sei cresciuta a Cavareno in Trentino hanno messo il maxi-schermo e hanno detto alle scuole che oggi la materia di studio sei tu. La nostra Africa. Perché 25 giri di pista possono trasformare il dolore in una grande possibilità e 35 chilometri di marcia hanno nelle lacrime la gioia della vita. Guardatele le gambe di Nadia alla fine dei 10 mila metri, piene di graffi e di sangue: «Hanno provato a fermarmi in tutti i modi, a ogni metro, a ogni giro un colpo, ma io vedevo che grondavano sudore anche loro e mi sono detta: appena si voltano a guardarmi io sorrido». Ma brava, ottima tattica. «Papà che mi allena è stato profeta: soffrirai, ma anche loro, E mi ha rassicurato: tu sei un’atleta dai mille scenari. Sono felice di aver tenuto testa ai loro strappi e attacchi, di aver tenuto il loro ritmo, ero quarta alla campana, forse son rimasta un po’ imbottigliata, ma quando Beatrice Chebet negli ultimi 200 metri è partita, io l’ho seguita, sapevo che le altre non hanno il mio sprint».

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