Boris Bastide
Mostra cinematografica di Venezia: Julia Roberts in uno dei suoi ruoli più belli con "After the Hunt di Luca Guadagnino
Le Monde, 30 agosto 2025
Il forte ticchettio di un orologio scandisce i primi minuti di After the Hunt [Dopo la caccia], il nuovo film di Luca Guadagnino, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. È un modo per mettere immediatamente lo spettatore in uno stato di disagio. O per comunicargli che una bomba sta per esplodere. Molto più avanti, verso la conclusione, il battito cardiaco scandisce il ritmo dell'ospedale. Il viaggio di un lungometraggio che tenta di analizzare i meccanismi all'opera sia nella società che negli individui, toccando infine ciò che è più umano: la nostra estrema vulnerabilità.
Con una sceneggiatura particolarmente brillante di Nora Garrett, After the Hunt sfrutta le numerose questioni che circondano il movimento #MeToo per esplorare il nostro rapporto con la moralità e l'etica. Si tratta di argomenti che Alma (Julia Roberts) e Hank (Andrew Garfield) conoscono molto bene a livello teorico, in quanto i due professori di filosofia di Yale, entrambi amici intimi e rivali, sperano di ottenere presto un ambito incarico presso la prestigiosa università.
Il futuro sembra appartenere a loro quando un grave intoppo distrugge l'edificio che hanno costruito per molti anni. Dopo una cena alcolica a casa di Alma, una delle sue studentesse preferite, Maggie (Ayo Edebiri), una studentessa nera proveniente da una famiglia benestante e influente all'università, accusa Hank di averla aggredita sessualmente dopo un bicchierino della staffa a casa sua. Hank nega le accuse, insistendo sul fatto che siano solo un modo per sviare i sospetti di plagio che aveva sollevato sulla sua ultima tesi.
La scena è maliziosamente lasciata fuori campo. Sta allo spettatore, così come ad Alma, navigare nel cuore di una situazione straziante usando le parole dell'altro. A chi credere? Chi difendere? A chi o a cosa essere leale? Per la professoressa di filosofia, sorgono in realtà due distinte domande: la verità dei fatti e la migliore reazione da avere agli occhi di tutti per superare questo periodo turbolento senza troppi ostacoli alla sua carriera.
La messa in scena di Guadagnino è più sobria del solito.
Un film ambizioso, ispirato ai racconti morali di Woody Allen della fine degli anni '80, a cui i titoli di testa rendono omaggio, After the Hunt incrocia abilmente prospettive basate su differenze di età, razza, classe e genere, senza mai dare la precedenza a un punto di vista rispetto a un altro, per offrire quante più sfumature possibili.
Il film, che fa dell'ambivalenza la sua forza trainante, non ha paura di turbare, senza risparmiare nessuno dei suoi personaggi. Loquace, riflette tanto su ciò che è giusto per l'individuo e la società quanto su come lo sguardo degli altri influenzi la nostra moralità. Lo fa senza giudizio. After the Hunt cerca piuttosto di aprire conversazioni difficili.
Servito da una messa in scena più sobria del solito ma splendidamente sofisticata di Luca Guadagnino, che frammenta i corpi, After the Hunt incarna i suoi dilemmi con grande forza. Nella tradizione di Lydia Tár di Todd Field, Alma è in questo senso uno dei personaggi meglio scritti visti sul grande schermo quest'anno. E uno dei ruoli più belli della carriera di Julia Roberts. Quest'ultima incarna perfettamente, in un registro drammatico, questa donna reclusa dall'interno, divisa tra la sua ambizione e le sue convinzioni, i suoi affetti e il suo dovere, il suo senso di colpa e la sua sicurezza.

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