domenica 24 agosto 2025

Netanyahu in bilico


Gaza, l’82% degli israeliani vuole un accordo
Il Sole 24ore, 24 agosto 2025

L’82% degli israeliani vuole un accordo che ponga fine al conflitto nella Striscia di Gaza. E il 62% è convinto che il governo Netanyahu abbia perso la fiducia della maggioranza della popolazione. Lo rivela un sondaggio del quotidiano centrista israeliano Maariv. L’offensiva militare su Gaza City, la “capitale della Striscia”, sembra inarrestabile. I carri armati delle Forze di difesa israeliane (Idf) sono entrati ieri mattina nel quartiere di Sabra.

Anche ieri il bilancio di vittime e feriti è stato drammatico: almeno 51 persone, secondo l’emittente Al Jazeera, sono decedute sotto i bombardamenti e i tiri di artiglieria pesante. Tra di loro otto bambini: sei morti in un raid dell’artiglieria israeliana sulle tende degli sfollati nell’area di Asdaa, a nord-ovest di Khan Younis, e altri due uccisi in un altro raid a Jabalia, sempre secondo l’emittente Al Jazeera, che cita fonti mediche locali. In un’enclave ormai in gran parte sprofondata nella carestia, 16 delle vittime di ieri sono decedute mentre erano in fila per ricevere aiuti alimentari. Il capo dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, ha sottolineato che «è ora» che il governo israeliano smetta di negare «la carestia che ha creato a Gaza, ogni ora conta». Appello caduto nel vuoto. Dopo aver aperto il valico di Kerem Shalom e aver consentito l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza per quattro settimane consecutive, ieri le autorità israeliane hanno chiuso questo passaggio tra Egitto e Striscia di Gaza.

Il Sindacato dei giornalisti palestinesi ha confermato che il giornalista Khaled al-Madhoun è stato ucciso dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza settentrionale. Dall’inizio della guerra circa 270 giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi dagli attacchi israeliani, ovvero circa 13 al mese.

Intanto, sul fronte interno, il governo di Benjamin Netanyahu è in difficoltà. Il 62% degli israeliani crede che il governo di Benjamin Netanyahu abbia perso la fiducia della maggioranza della popolazione di Israele e l’82% è favorevole un accordo che ponga fine al conflitto nella Striscia di Gaza. È quanto emerge da un sondaggio pubblicato dal giornale Maariv, che rivela come il 46% delle persone intervistate voglia il governo firmi un accordo complessivo che ponga fine alla guerra a Gaza. Per il sondaggio, realizzato da Panel4All tra il 20 e il 21 agosto scorsi, sono state interpellate 509 persone. Margine di errore al 4,4%.

Lo scontento verso l’operazione militare continua a manifestarsi su strade e piazze: decine di migliaia di manifestanti si sono radunati in Piazza degli Ostaggi e in Begin Road, chiedendo la restituzione degli ostaggi tenuti da Hamas. I manifestanti di Begin Road hanno acceso un falò sull’asfalto ed entrambi i luoghi sono stati tappezzati con foto degli ostaggi.

Ha destato attenzione la proposta dell’ex membro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz, già capo di Stato maggiore e da tempo in forte disaccordo con il premier Netanyahu. Gantz, presidente del partito centrista Blu e Bianco, che ha invitato ieri sera a formare un governo incaricato di garantire il ritorno di tutti gli ostaggi detenuti a Gaza e di redigere entro poche settimane una legge sulla leva obbligatoria per gli haredim. Rivolgendosi a Netanyahu, al leader di Yesh Atid Yair Lapid e al capo di Yisrael Beiteinu Avigdor Lieberman, Gantz ha affermato che una simile coalizione dovrebbe annunciare una data elettorale concordata per la primavera del 2026 e approvare la legislazione necessaria per sciogliere la Knesset. Una proposta fermamente osteggiata dai ministri oltranzisti del sionismo religioso, decisi a portare avanti la guerra per sconfiggere Hamas e ricostruire gli insediamenti israeliani nella Striscia.

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