I valdesi
al governo italiano: riconoscere la Palestina, basta armi e sostegno
a Israele
Luca
Kocci, il manifesto, 26 agosto 2025
Riconoscere lo Stato di Palestina, interrompere le forniture di armi e ogni sostegno al governo israeliano di Netanyahu. È l’appello al governo italiano che arriva dal Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, da sabato e fino a mercoledì riunito a Torre Pellice (Torino), “capitale” delle valli valdesi dei Piemonte.
L’assemblea sinodale – 180 deputati e deputate elette dalle comunità sparse in tutta Italia, sia pastori che laici – ha approvato due atti che ribadiscono l’impegno delle chiese per la pace e la giustizia in Medio Oriente. Viene denunciata ogni forma di «ideologia suprematista», si condannano le violenze di Hamas e le politiche del governo israeliano che hanno prodotto «una situazione di apartheid nei Territori occupati e la devastazione della Striscia di Gaza» e si respinge ogni uso strumentale e «distorsione» dei testi biblici per giustificare l’occupazione e le violenze.
Riconoscendo il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, il Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi chiede con urgenza «la cessazione del fuoco, la fine dell’occupazione e la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani e dei palestinesi detenuti senza processo nelle carceri israeliane». Esprime vicinanza alle comunità cristiane di Palestina e sostiene «i costruttori di pace e i dissidenti che scelgono la via della nonviolenza», come hanno già fatto sia il Consiglio ecumenico delle chiese – dove è presente anche la chiesa cattolica – che la Comunione mondiale delle chiese riformate.
L’assemblea sinodale ha poi incaricato la Tavola valdese – l’organo esecutivo delle chiese, al momento guidato dalla metodista Alessandra Trotta – di inviare una formale e urgente richiesta al governo guidato da Giorgia Meloni perché l’Italia «riconosca lo Stato di Palestina, interrompa la fornitura di armi e ogni sostegno alla politica dell’attuale governo israeliano, sostenga pienamente il diritto internazionale e le istituzioni preposte alla sua tutela, favorisca l’apertura di corridoi umanitari e sanitari, anche con il contributo dei fondi dell’Otto per mille della Chiesa valdese».

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