domenica 2 novembre 2025

Per un ritorno della prospettiva ideale

 


Il tramonto delle fedi e il ceto politico
Non solo competenze

Si deve a Vilfredo Pareto il concetto di “circolazione delle élites” (circulation des élites), cioè di minoranze capaci di dirigere la vita pubblica di ciascun Paese. Minoranza “eletta”, scelta con criterî, che mutano di tempo in tempo, e si formano in luoghi e sedi diversi. «Inoltre va rilevato – notava il Pareto nel Compendio di sociologia generale – come si mescolino i vari gruppi della popolazione. Chi da un gruppo passa ad un altro vi reca in genere certe inclinazioni, certi sentimenti, certe attitudini acquistati nel gruppo da cui viene, e si deve tenere conto di questa circostanza».

Si descrive così un movimento, un andare e venire sociale secondo una regola di circolarità, che è propria anche di regimi democratici. Nasce di qui l’importanza formativa delle scuole, dove il plurale “scuole” designa tutti i luoghi dell’insegnare e dell’apprendere. Accanto alle scuole pubbliche, che il giovane cittadino ha l’obbligo di frequentare, e dove si impartisce l’alfabeto del sapere, si danno scuole denominabili come “confessionali”.

L’aggettivo non riguarda soltanto istituzioni religiose ed ecclesiastiche, ma anche scuole di partito e di formazione politica. La memoria restituisce tempi lontani, in cui le ideologie suscitavano scuole di fedi religiose, istituti culturali, gallerie di ritratti e di ideologie. Ciò che lo stesso Pareto definisce come «derivazioni», bisogni che l’uomo avverte di ragionare e di spiegare con prove ora fondate sull’esperienza ora su impulsi di istinti e sentimenti.

Ogni tipo e ordine di scuola esige o determina il sostegno di una fede. La fede civile, che accompagna la scuola dell’obbligo; la fede religiosa, indissociabile dallo sfondo teologico; la fede politica, a cui sono legati i militanti di partito. Un gruppo dirigente senza fede non è propriamente un’élite, ma un nucleo di interessi, di poteri burocratici, di scelte governative. La mancanza o la lacuna di fede disperde i centri di potere politico, ed anzi ne dimostra l’intrinseca debolezza e l’effimera durata.

La fede va custodita, e applicata in singoli episodî e circostanze, da un ceto “sacerdotale”, dotato di specifiche competenze. L’insieme delle competenze, connesse con attitudini e sentimenti, di cui fa cenno il Pareto, costituiscono un’élite politica, che sorregge e illumina l’esercizio del potere politico. La operosa sintesi di fede e competenza dà forma ai regimi politici, impedendo che essi cadano in errori o in scelte di puro arbitrio.

La teoria della classe politica, recante in Italia il nome di Gaetano Mosca, si presenta anch’essa nell’immagine circolare di gruppi o ceti sociali, l’uno desideroso di sostituire l’altro, e perciò capace di una nuova e diversa formazione. A questo scopo giovano le scuole, pubbliche o private, laiche o confessionali, ed ogni altra istituzione dove la fede possa stringere gruppi di individui e addestrarli all’esercizio del potere. Così la solitudine del leader s’immerge nelle forme del potere, e si costruisce nella sua propria identità storica.

Le scuole formative dei cives educano alla storia di una nazione, alle turbinose vicende dello Stato, alla tecnica dei rapporti internazionali. Politica interna e politica esterna si congiungono nell’indirizzo generale, che un’élite imprime ad una società organizzata in Stato. C’è una totalità politica, e ideologica, interpretata e applicata dalla minoranza direttiva. Non basta il potere di un individuo, né la figura carismatica di un leader, il quale ha sempre bisogno di avere dattorno apparati di competenza: ideologica, militare, culturale.

La violazione delle competenze getta il governo nella confusione più arbitraria; e ne disperde l’energia costruttiva in varietà di scelte. Un malgoverno evitabile con l’assidua fedeltà a una “formula politica”, che è intrisa di storia, ma insieme guarda al futuro. Si accettò e si plaudì al “tramonto delle ideologie”, usando le parole nel significato marxistico di falsa coscienza e di visione dei rapporti di produzione; ma fu assenza di fede e di concezione filosofica. Quel tramonto lasciava pallide luci, spunti frammentarî, incertezze di linguaggio, e talvolta rifiuti di pensiero e di professione politica. Un ritorno alle ideologie, come rinascita di concezioni di vita e di programmi politici, significa ristabilire fedi collettive, contrasti di forze sociali, e ravvivare quella feconda circolarità, da cui Pareto traeva il senso del movimento storico.


https://machiave.blogspot.com/2025/10/il-coraggio-dellutopia-karl-mannheim.html


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