Roger-Pol Droit
"Per un ateismo illuminato", di Henri Atlan
Le Monde, 21 novembre 2025
Alcuni pensatori vivono in una sola nicchia. Radicati nella loro disciplina, vi scavano a fondo. Altri, al contrario, vivono a incroci e bivi, attraversando confini, inventando percorsi alternativi. Henri Atlan appartiene eminentemente a questa seconda categoria. Tra medicina e filosofia, teoria dell'informazione ed eredità talmudica, al crocevia tra Spinoza e Wittgenstein, interessato tanto all'etica e alla Cabala quanto all'auto-organizzazione, è autore di un corpus di opere notevole e singolare. Sviluppato in oltre mezzo secolo, articolato in una ventina di libri, il suo pensiero, nutrito di paradossi, non manca mai di suscitare reazioni.
Oggi, a quasi 94 anni, intreccia diversi fili della sua vita in modo inedito. Sostenendo "un ateismo illuminato ", titolo del suo nuovo saggio, sottolinea la stranezza della storia occidentale. È sì un libro su Dio, ma considerato come una specialità locale, e paradossale, di una particolare regione culturale. Infatti, l'idea di uno spirito puro, onnisciente, onnipotente, creatore dell'Universo e delle sue leggi – fisiche e morali – è assente nelle altre culture del pianeta. Questo concetto di Dio, sviluppato dall'Occidente, è stato messo da parte dall'ascesa moderna del pensiero scientifico, anch'esso occidentale, che alla fine lo ha visto come nient'altro che " un'ipotesi inutile ", secondo la famosa risposta dello scienziato Pierre-Simon Laplace a Napoleone.
Ciò porta a una rivalutazione originale dell'ateismo, che si rivela relativo alla traiettoria culturale di una singola parte del mondo, ma anche dipendente da una concezione limitata della religione come professione di fede, adesione a un dogma, un insieme di credenze. Questa definizione di religione si oppone a una in cui prevalgono i rituali. Per molte religioni, le pratiche hanno la precedenza sulle dottrine. L'appartenenza è definita da ciò che si fa piuttosto che da ciò in cui si crede. Per Henri Atlan, questo è particolarmente vero per la vita ebraica, fondata sull'osservanza delle regole piuttosto che sull'adesione alle credenze.
Evoluzione attuale e futura della mente scientifica
Ciò che segue è una nuova serie di paradossi che deliziano l'autore: la vita ebraica non è una religione nel senso comune del termine, la nozione stessa di un Dio personale non è biblica ma un'invenzione successiva, l'ebraismo è in questo senso un ateismo... e quindi non originariamente un monoteismo, a differenza del cristianesimo e dell'Islam. Queste analisi, che mirano a comprendere "l'antica costruzione e decostruzione dell'idea di Dio", si combinano con una riflessione sull'evoluzione attuale e futura della mente scientifica.
Anche questa, infatti, sta attraversando una trasformazione. Il campo della "storia delle religioni" non è radicalmente separato da quello della "storia della scienza". Pur senza essere identici, sono in risonanza tra loro. Il rigido determinismo che dominava il sistema mondiale ai tempi di Laplace è stato gradualmente sostituito dalla teoria del caos e dalla conoscenza probabilistica. Attento osservatore di queste metamorfosi, anche Henri Atlan ne è stato partecipe. La sua carriera lo ha intrecciato con le innovazioni concettuali che hanno portato all'intelligenza artificiale. Ripercorre l'avventura di questa trasformazione cruciale, ne dipinge un quadro contrastante delle conseguenze e, con una prospettiva moralistica, valuta i pericoli della società digitale.
In ogni pagina emergono ipotesi, domande e interessanti spunti di riflessione. I riquadri comunicano e si intersecano, come una scacchiera in cui ogni giocatore continua la partita come meglio crede.
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