Erri De Luca
Mille chilometri al giorno e un furgone pieno per Odessa e Mykolaiv
Avvenire, 13 novembre 2025
Mille chilometri al giorno per cinque giorni: li definisco i nostri giorni in scatola. Giacinto Fina e io partiamo alle 4 del mattino da San Giovanni in Persiceto col furgone carico. Andiamo nel tempo separato di una guerra lontana. Stavolta, la quattordicesima per me, portiamo una incubatrice, un monta scale per invalidi, sedie a rotelle, scatole di medicinali vari e pannoloni. Abbiamo raccolto con l’aiuto di donatori quanto richiesto dalle nostre destinazioni che stavolta sono Odessa e Mykolaiv. Il costo del viaggio è invece a nostra spesa. Traversiamo Slovenia, Ungheria, Romania, saliamo sul traghetto che traversa il Danubio, passando dalla sponda Rumena a quella Ucraina. Il terzo giorno arrivando a Odessa troviamo un tempo splendente che rende ancora più oscena la guerra. Consegniamo l’incubatrice, parte dei medicinali, sedie a rotelle.
Il piccolo valore di questi nostri viaggi è che il carico arriva nelle mani giuste e non se ne spreca nulla. Proseguiamo per Mykolaiv dove lasciamo il resto del carico. Ci sono alcune decine di migliaia di profughi del Donbass sparsi nella città che li ospita come può. Incontriamo Alberto Capannini responsabile di Operazione Colomba. Vive a Kherson, a poche decine di chilometri, dove la guerra è prima linea. Sulla sponda ovest del Dnipro resiste un resto di popolazione Ucraina mentre sulla sponda est c’è l’esercito russo. Il fiume è largo un paio di chilometri, sorvolato di continuo da droni kamikaze e artiglierie. Ci vuole un po' di geografia per capire la storia. Alberto ci fa vedere le foto di un matrimonio a Kherson, la coppia, sposa in bianco, davanti a un muro bombardato. Il viaggio di nozze è rimandato, la felicità no. Sul viaggio di ritorno che attraversa l’Ucraina in diagonale splende bianca e nuziale la luna piena di novembre. Dovrà essere così anche la prima notte di pace sopra questa terra.
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