Andrea Silenzi
"L'appuntamento". "La voglia e la pazzia", l'anima di Ornella Vanoni in cinque canzoni
la Repubblica, 22 novembre 2025
Una voce nasale, molto irregolare rispetto agli standard degli anni dei suoi esordi, ma piena di colori e con una malinconia contagiosa, struggente e ironica al tempo stesso. Ornella Vanoni ha segnato la musica italiana con una scelta di repertorio mai banale, spaziando dai grandi autori italiani alla musica brasiliana con una disinvoltura che solo un grande talento può possedere. Nelle sue canzoni migliori ha messo dentro l’anima, e quella non scompare mai. "Ornella è lo stile”, ha detto di lei Claudio Baglioni.
Le mantellate (1959)
Erano gli anni delle canzoni della mala, quando il suo compagno Giorgio Strehler pensò di lanciarla come la voce delle canzoni maledette legate alle carceri e alla delinquenza. Spacciati per brani tradizionali, erano in realtà brani scritti appositamente per l’operazione. In questa Vanoni cantava una realtà romana (le Mantellate sono il carcere femminile), ma la forza è la stessa dei brani ambientati a Milano.
Io ti darò di più (1966)
La scrissero il giovane Memo Remigi e Alberto Testa: la cantarono a Sanremo lei e Orietta Berti, ma le sfumature drammatiche della sua interpretazione la fecero diventare un suo evergreen. Il racconto di un amore assoluto e senza riserve, carico di quella passione che la rendeva inconfondibile.
L’appuntamento (1970)
Inaugurato con Tristezza, il repertorio brasiliano di Ornella diventa leggendario con questo brano scritto da Roberto e Erasmo Carlos e tradotto da Bruno Lauzi. La fotografia di una illusione che si trasforma in fallimento: l’inutile attesa di un uomo che non verrà. Quando canta “Questa vita che volevo dare a te / l’hai sbriciolata tra le dita” materializza il fantasma che, almeno una volta, ha attraversato la vita di tutti.
Domani è un altro giorno (1971)
L’altra faccia dell’amore: la speranza. In questo brano, una cover di Tammy Wynette, Ornella esplora non senza amarezza (“è uno di quei giorni che / tu non hai conosciuto mai / beato te, sì, beato te”) la sensazione del fallimento, lasciando però aperta una porta alle possibilità del riscatto. Il titolo rimanda alla frase finale di Via col vento.
La voglia e la pazzia (1976)
Il miglior momento dell’esperienza brasiliana: scritta da Sergio Bardotti, Vinicius De Moraes e Toquinho, è la trave su cui si muovono in equilibrio la voglia di vivere, la vena di follia, il bisogno di libertà e una naturale “saudade” che la rendeva perfetta per il mood di quella scuola.
Addio a Ornella Vanoni, voce, incoscienza e allegria
il manifesto, 22 novembre 2025
Canzoni, teatro, televisioni e – quel poco che basta – cinema. Ornella Vanoni – morta ieri sera nella sua casa milanese a 91 anni – è stata protagonista della scena italiana per sei decenni. Figlia della borghesia milanese passata attraverso la scuola (e l’amore) di Strehler che con intuizione e la complicità di personaggi come Dario Fo, Fausto Amodei, Fiorenzo Carpi e Gino Negri, le cuce addosso un repertorio entrato nella storia: “Le canzoni della Mala”, con capolavori come Ma Mi e Le mantellate.
Uscita dal sodalizio con Strehler e l’ambiente del Piccolo, la Vanoni entra in contatto con la prima vera generazione di cantautori, la Scuola Genovese: nasce l’amore con Gino Paoli immortalato da una delle più belle canzoni della storia della musica italiana, Senza fine.
Con Gino Paoli sono rimasti amici tutta la vita, i loro concerti insieme sono stati un grande spettacolo e un grande divertimento per l’incontro-scontro di due personalità così forti. Da quel momento, entrata nell’universo della canzone, trova un registro espressivo unico, lontano dalle convenzioni melodiche che le permette di spaziare dalle cover di Roberto Carlos, L’appuntamento , Domani è un altro giorno fino a quell’intuizione geniale di Sergio Bardotti che le fa incidere La voglia la pazzia l’incoscienza e l’allegri” con Vinicius De Moraes e Toquinho, canzoni scritte da Jobim e Chico Buarque, un album storico che ha contribuito alla popolarizzazione della musica brasiliana in Italia.
Collabora praticamente con tutti i protagonisti della musica italiana, con la predilezione di Lucio Dalla. Album epocali, un premio Tenco e nel 1986 perfino un doppio disco registrato a New York- Ornella & – dove reinterpreta classici italiani affiancata da da Gil Evans, Herbie Hancock, George Benson, i fratelli Michael e Randy Brecker, Ron Carter, che rappresenta un’altra pagina memorabile della discografia italiana, insieme a un canzoniere che fa parte della memoria collettiva.
Negli ultimi anni si è ‘rivelata’ nel suo lato ironico e brillante, ospite fissa nelle domeniche di Che tempo che fa a fianco diFabio Fazio.

Nessun commento:
Posta un commento