Piero Sansonetti
L'Unità, 25 novembre 2025
Chi ha vinto?
Sicuramente il Pd, che ha trascinato la coalizione di sinistra al trionfo nel Sud. Ha vinto il campo largo, che ha dimostrato di non essere affatto quella armata brancaleone della quale parlano spesso i giornali e le Tv. Un pochino pochino hanno vinto anche i 5 Stelle, che hanno raggranellato pochi voti come lista ma hanno ottenuto, con Roberto Fico, la presidenza della Regione Campania, E poi chi ha vinto? Beh, la Lega non può lamentarsi. In Veneto, alle elezioni politiche di tre anni fa, aveva ottenuto il 14 per cento dei voti. Ieri è balzata oltre il 35. Infine, senza dubbio, hanno vinto i tre governatori uscenti, Zaia della Lega, Emiliano e De Luca del Pd. I quali evidentemente hanno governato molto bene in questi dieci anni, altrimenti le coalizioni che li avevano espressi non avrebbero ottenuto le percentuali bulgare con le quali si sono confermate alla guida delle tre regioni.
Chi ha perso?
Beh, qui c’è poco da sofisticheggiare. Ha perso, e in modo clamoroso, Giorgia Meloni. Che non solo, dopo avere annunciato la rimonta della destra in Campania, ha visto il suo candidato, Edmondo Cirielli, letteralmente travolto dagli elettori; non solo non ha toccato palla neanche in Puglia. Ma addirittura in Veneto, dove il centrodestra ha vinto a valanga, ha assistito alla frana del suo partito che ha perso più di un terzo degli elettori che aveva conquistato alle politiche, e per di più ha subito l’umiliazione di essere scavalcata e quasi doppiata da Salvini e Stefani. Una batosta vera. Bisogna dire che Meloni è formidabile nei sondaggi, lì vince sempre lei. Poi quando si va alle urne gli elettori cambiano idea e la affossano.
Il Pd di Elly Schlein esce molto rafforzato da questa tornata elettorale. Anche perché non si votava in regioni piccole o marginali. Qui erano in gioco le due grandi regioni del sud continentale e il Veneto bianco. Cioè un territorio che attraversa realtà italiane diversissime tra loro e dove risiedono circa un quarto dei cittadini di questo paese. I giornali negli ultimi tempi raccontavano di una Schlein assediata dai nemici interni, da Prodi, da Gentiloni, e ci spiegavano che il campo largo era litigioso e a pezzi. Bisognerà che ora ammettano che avevano visto un altro film.
Schlein ha ottenuto un grande successo e con lei evidentemente gli elettori hanno premiato le proposte e le idee e le battaglie del Pd. Da quelle “etiche” contro lo sterminio in Palestina, a quelle economiche, sulla patrimoniale, a quelle politiche, per gli investimenti da fare nella scuola e nella sanità e nel welfare. Forse chi in questo momento è in difficoltà, per assenza di idee e di strategie, non è il campo largo ma piuttosto è il centrodestra. Chi guarda al futuro guarda alle politiche. Prima delle politiche ci sarà il referendum, e il centrodestra punterà tutto sul referendum per recuperare qualche posizione. Ma è molto probabile che alla fine, nello scontro elettorale del 2027, più che l’esito del referendum sui giudici conterà la situazione economica e sociale. E quello è il punto debole di Meloni.
Ora i partiti di governo faranno un po’ di conti. E scopriranno che se proiettiamo le ultime elezioni regionali sulle politiche, sarà molto difficile, con la legge elettorale in vigore, ottenere la maggioranza. Al proporzionale i due schieramenti, se restano quelli di oggi, più o meno si equivalgono. All’uninominale vince la sinistra. E allora? Allora vedrete che nei prossimi giorni Giorgia Meloni aprirà la battaglia sulla legge elettorale. Proverà a cambiarla e a volgerla a suo favore. Ma lì ogni partito curerà i propri interessi, e per Fdi non sarà una battaglia semplice.

Nessun commento:
Posta un commento