Aleksandr Dugin / Fabrizio D'Esposito
Il Fatto Quotidiano, 14 marzo 2025
È chiaro che Trump, come ho detto prima, non considera la Russia il nemico principale e quindi la guerra in Ucraina ha perso senso per gli Stati Uniti. Ma per la Russia ha ancora senso e ragione perché dobbiamo raggiungere gli obiettivi delle operazioni militari speciali. C’è quindi una sorta di contraddizione. Trump vuole fermare la guerra, noi vogliamo vincerla. Fermare la guerra e vincere la guerra sono due concetti diversi. Anche l’Unione Europea e Zelensky non vogliono fermare la guerra come vuole Trump, ma vincere la guerra contro di noi. C’è chi vuole la vittoria da entrambe le parti, noi, Zelensky e l’Unione Europea, mentre Trump vuole la pace, la fine della guerra.
E quindi?
Forse Trump può suggerire a Putin qualcosa che potrebbe essere accettabile per la Russia, ma ne dubito perché Trump non potrebbe proporre più di quanto l’opinione pubblica occidentale possa accettare. Temo che sarà obbligato a soddisfare l’opinione occidentale che è molto russofoba, anche negli Stati Uniti. E la Russia non potrebbe accettare qualcosa che sia inferiore alla vittoria minima che vuole la società russa. Anche Putin non è molto libero nei confronti dell’opinione politica russa. Il problema, appunto è che Trump vuole la pace, noi vogliamo la vittoria e anche il Regno Unito vuole la vittoria. È impossibile soddisfare tutte le parti. E alla fine Trump sarà costretto a scegliere.
Quale sarà la sua scelta, secondo lei?
È chiaramente contrario alla vittoria sulla Russia, ma allo stesso tempo non è a favore della vittoria della Russia. Si tratta quindi di una situazione molto, molto difficile. Certo, le condizioni generali sono molto, molto positive per la Russia perché i cambiamenti sono evidenti, ma potremmo aspettarci troppo da questo. Si tratta di questioni aperte, che dipenderanno da come si svilupperanno le relazioni tra Putin e Trump. E anche da come saranno le relazioni tra Trump e l’Unione Europea.
Veniamo all’Europa. Lei ha più volte detto che l’affermazione del populismo è irreversibile. Ultimo esempio, i neonazisti dell’Afd al 20 per cento in Germania.
Sì, ho sempre detto che il populismo europeo e quello americano arriveranno gradualmente a una vittoria irreversibile. Questa è la situazione: non è troppo veloce, ma sta andando avanti. La crescita in Germania dell’Afd è molto importante perché è una vittoria della parte orientale, prussiana della Germania che ha creato l’impero tedesco nel XIX secolo. La nazione tedesca si basa sul dualismo tra la parte prussiana e quella occidentale.
In Italia, il populismo ha avuto tre interpreti elettorali. In successione: Movimento 5 Stelle, Lega e adesso Fratelli d’italia. La destra della premier Giorgia Meloni è schierata con l’Ucraina sin dall’inizio della guerra.
Il vostro populismo al potere è stato sedotto dai globalisti e oppresso dai liberali di sinistra europei che odiano la Russia. Ma ora penso che Meloni sia totalmente a favore di Trump e smetterà di essere russofoba come lo era all’inizio. Del resto i liberali europei adesso stanno perdendo e ora Meloni vuole tornare nel campo dei vincitori, riscoprendo le sue radici di vera populista di destra. Negli ultimi tre anni la sua strategia è stata riprovevole perché per unirsi ai globalisti di sinistra è andata contro i principi del suo movimento politico e della maggioranza che l’ha votata. Ma spetta a voi italiani decidere se ha tradito o meno il populismo.
In pratica il vero populismo deve coincidere, secondo lei, con il trumputinismo.
Meloni se è a favore di Trump lo sarà anche di Putin. In ogni caso è molto più naturale che lei segua questa ideologia piuttosto che finga di essere una sorella minore del potere globalista europeo. Così tornerà alla sua matrice originaria.
Nessun commento:
Posta un commento