venerdì 21 marzo 2025

Fulvia, l'estate selvaggia




 Roberto Stocchetti 

L'Italia di ieri, il mondo umile delle piccole comunità di artigiani, contadini, pescatori di poco più di un secolo fa, i loro valori, consuetudini, riti sociali appartengono ormai a pieno titolo al passato remoto. Di essa rimangono mere testimonianze, come quelle raccolte dal grande antropologo Ernesto De Martino. Un mondo magico, già nella seconda metà del XX secolo al crepuscolo, che oggi possiamo conoscere solo di riflesso.

L'immaginaria isola di Flamurià, ricalcata sull'arcipelago delle Eolie, sembra essere sfuggita di misura alla mutazione antropologica della modernità; ma certo per un'isola conservare il suo stato d'eccezione, o, per meglio dire, mantenere la sua natura, risulta più facile, difesa com'è dalla barriera del mare.

Così a Flamurià una famiglia della media borghesia romana dell'ultimo decennio del XX secolo può esprimere la sua anima più profonda e non negoziabile ma nel contempo le forze archetipiche del luogo si fanno sentire in tutta la loro potenza: creatrice, plasmatrice, ma anche di morte, che ghermisce, implacabile.

La protagonista narrante comprende ciò a prima vista e ne è intimorita. Flamurià è luogo mai rilassante, ove la natura presenta un volto tutt'altro che domestico e idilliaco.

L'enigma che irretisce Fulvia ha una soluzione palese, manifesta, addirittura pubblica, cui nessuno presta attenzione. Se per Otto Rank il mito è il sogno di un intero popolo i personaggi del racconto partecipano a quello di Flamurià, divenendone inconsapevoli attori, vivendo in e per esso.

Spetta alla narratrice prendere coscienza e battersi in una lotta dove la salvezza è di tutti o di nessuno; in essa Alessia non è eroica, ma umana: getta sul piatto della bilancia la sua vita e affronta il rischio con lo slancio del cuore. Portando in salvo sulle sue spalle l'amica unisce i loro destini e li riscatta.

Il rito di passaggio che le due ragazze compiono sull'isola è la porta tra due stagioni della vita e non può rimanere immemore dell'Uomo che percorse tutta la maggior valle in che l’acqua si spanda tra ' discordanti liti: Ulisse.

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