sabato 29 marzo 2025

La quarta Lescano


Andrea Joly, La quarta Lescano: compie 100 anno Maria Bria, dal 1946 sostituì la minore delle sorelle del TrioLa Stampa Torino, 29 marzo 2025 

«Guarda, guarda, guarda il bel pinguino innamorato». Ore 16, Casa dell’Immacolata. Nella sala comune della residenza privata per anziani in via Saccarelli oltre trenta ospiti sono seduti intorno a una torta di compleanno. «Col colletto duro e con il petto inamidato...», prosegue la cantante chiamata per l’occasione. Due signore anziane ballano, tutti gli altri canticchiano. Al centro del gruppo c’è Maria Bria, le candeline sono per lei. Disegnano il numero 100. Con un fiato di voce, a fine strofa, intona insieme a tutti: «Va, passeggiando sopra pack, con un’aria molto chic, dondolando mollemente il frac».

Quello a due passi da piazza Statuto non è un compleanno qualunque, e non solo perché si festeggia un centenario. Maria Bria ha fatto parte del mitico Trio Lescano - autore tra le altre canzoni di “Pinguino innamorato”, “Tulipan” e “Maramao perché sei morto” - dal 1946 al 1952. Solo che nessuno l’ha mai saputo. È “entrata” dopo che la terza delle tre sorelle ungaro-olandesi, Caterina, aveva abbandonato le maggiori Alessandra e Giuditta.

L’ingresso in segreto

La torinese Maria Bria era la quarta Lescano. In incognito: «Sono stati anni indimenticabili», dice mentre stringe il mazzo di rose e tulipani donatole dalla casa di riposo dove vive da oltre sei anni. Sei anni è anche la durata della sua carriera da cantante: «Sono entrata a far parte del Trio in segreto, appena finita la guerra: nessuno doveva accorgersi che fossi un’altra - racconta - poi, nel 1952, ho lasciato ed è finito tutto». Trio compreso, scioltosi con il suo addio.

L’addio

Un passo indietro nella storia. Le sorelle Lescano si erano trasferite a Torino nel 1935 dopo le prime tournée europee col nome di Sunday Sister. La consacrazione e i grandi successi, però, arrivano quello stesso anno con la nascita del Trio Lescano, lanciato dal maestro torinese Carlo Alberto Prato. Un suo collega, Piero Pasero, presenta Maria Bria ad Alessandra e Giuditta Lescano. Al Trio serviva un nuovo mezzosoprano e Maria lo era. Non solo si incastrava alla perfezione, ma aveva anche una passione smisurata per il canto: quando le hanno proposto di unirsi al Trio «non sembrava vero», ammette. Dopo due anni di tour nell’Italia in ricostruzione dopo la guerra e il fascismo, la grande occasione: una tournée in Argentina, dai tanti italiani emigrati che amavano il Trio Lescano, con Radio El Mundo. «Siamo partite nel 1948 e sono tornata indietro 4 anni dopo». Perché? «Lavoravo gratis e stava nascendo la mia seconda figlia».

Il libro

A tramandare la sua storia, oggi, c’è anche la figlia Alba Beiras. Nel suo libro (I miei tu-li-pàn, Armenio editore) intreccia la vita di mamma Maria con quella delle «canterine del potere o dell’esatto opposto, tant’è che vennero arrestate in quanto di origini ebree o perché ritenute spie», scrive. «Subito dopo il rientro in Italia aveva mia sorella Diana e me da crescere - aggiunge la primogenita - e dopo qualche provino ha preferito smettere e dedicarsi ad altri lavori. Ma a casa cantava eccome: siamo cresciute con quelle canzoni che aveva imparato in tre lingue diverse».

Dipendente in Comune

Come loro, anche tantissimi altri italiani. Generazioni intere: figli e nipoti di chi ascoltava il Trio Lescano in radio. Tre sorelle più una: Maria Bria. Tra loro anche il presidente della Regione Alberto Cirio, ieri mattina in visita per farle gli auguri: «Sono andato a ringraziarla perché con il suo talento ha reso grande il Piemonte - dichiara Cirio - e la sua voce ancora oggi ci fa sognare, ballare e cantare». Abbandonata la musica, Maria Bria è stata una dipendente comunale a Torino. Ufficio imposte e tasse. Ha vissuto tra San Salvario e Chivasso senza mai più calcare un palco se non alle presentazioni del libro della figlia: «L’unica volta che ha incontrato Alessandra Lescano era il 1985 - racconta ancora Alba - lei l’ha riconosciuta dalla voce». «Sì, ho avuto una bella vita», saluta tutti Maria dopo aver spento le candeline.

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