Les Maya n'ont pas disparu = “I Maya non sono scomparsi”, di Chloé Andrieu, Allary, 240 p.
Diffusi in diversi paesi, principalmente in Messico, Guatemala, Honduras e Stati Uniti, i Maya e la loro cultura sono ancora molto vivi. Le cosiddette lingue "maya", ad esempio, sono oggi parlate da più di 6 milioni di persone. E tuttavia l'immaginario collettivo a cui vengono associati questi popoli si basa essenzialmente sulle nozioni di crollo , mistero e "scomparsa". È vero che le crisi politiche li portarono ad abbandonare gradualmente le loro città tra il VIImo il IX secolo , ma questo portò in seguito alla fondazione di nuove città, spiega l'archeologa Chloé Andrieu, ricercatrice del CNRS, che dal 2016 dirige gli scavi di una città Maya in Guatemala. Perché allora persiste il mito di una civiltà scomparsa? Nel corso dei secoli, gli occidentali hanno esplorato queste città "perdute". Spesso lo vedevano solo come uno specchio delle proprie ansie e fantasie, e si lasciavano andare a rimodellare l'eredità Maya secondo gli ideali coloniali, erigendola a emblema nazionale o a attrazione turistica. Il libro getta una luce gradita su queste strumentalizzazioni a cui i Maya continuano a essere sottoposti.
Diffusi in diversi paesi, principalmente in Messico, Guatemala, Honduras e Stati Uniti, i Maya e la loro cultura sono ancora molto vivi. Le cosiddette lingue "maya", ad esempio, sono oggi parlate da più di 6 milioni di persone. E tuttavia l'immaginario collettivo a cui vengono associati questi popoli si basa essenzialmente sulle nozioni di crollo , mistero e "scomparsa". È vero che le crisi politiche li portarono ad abbandonare gradualmente le loro città tra il VIImo il IX secolo , ma questo portò in seguito alla fondazione di nuove città, spiega l'archeologa Chloé Andrieu, ricercatrice del CNRS, che dal 2016 dirige gli scavi di una città Maya in Guatemala. Perché allora persiste il mito di una civiltà scomparsa? Nel corso dei secoli, gli occidentali hanno esplorato queste città "perdute". Spesso lo vedevano solo come uno specchio delle proprie ansie e fantasie, e si lasciavano andare a rimodellare l'eredità Maya secondo gli ideali coloniali, erigendola a emblema nazionale o a attrazione turistica. Il libro getta una luce gradita su queste strumentalizzazioni a cui i Maya continuano a essere sottoposti.
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