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Alexandre Kucharski, Maria Antonietta, l'ultimo ritratto, 1792 (particolare) |
Anna Maria Verna, Scrittrici a Parigi, Luciana Tufani Editrice, Ferrara 2019
Mme de Staël, nelle Réflexions sur le procès de la Reine (1793) difese nella Regina la donna e la madre accusata di ogni nefandezza in un processo che "ha portato un colpo fatale a tutte le donne immolate in una madre così tenera". Quanto ai comportamenti politici Staël applica una logica paradossale secondo la quale non si poteva rimproverare alla regina e al re, "sul quale lei ebbe tanta influenza", se non di "avere con i loro atti favorito lo sviluppo di quella rivoluzione di cui oggi i loro accusatori sono i beneficiari. Dovrebbero essere i fautori del sistema aristocratico a biasimare gli ex sovrani che con la convocazione degli Stati Generali hanno favorito l'introduzione della democrazia nel costume politico". La perorazione di Staël si conclude con una sorta di profezia: "Condannando la regina, immolandola, ella viene sacrificata per sempre, diventa una martire la cui gloria eclisserà quella di chi la condanna". La difesa della Regina era da parte di Staël motivata anche dalla posizione politica assunta dalla stessa scrittrice nei confronti della Rivoluzione e di quella che doveva essere la transizione dall'assolutismo alla repubblica attraverso una monarchia costituzionale.
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