Anna M. Verna, Scrittrici a Parigi, Luciana Tufani editrice, Ferrara 2019
La transizione tra il ruolo e i modi che erano stati delle aristocratiche nell'occuparsi di cultura e quelli assunti da [donne borghesi] è rappresentata bene dalla signora de Staël (1766.1807), che tenne salon prima e dopo la Rivoluzione a Parigi e [a Coppet in Svizzera]. Nata nell'Ancien Régime, [questa nuova figura] era destinata a utilizzare in modo indiretto e tuttavia molto efficace l'arte di essere determinante senza mostrarlo, come avevano fatto in passato le salonnières, ma quando con la Rivoluzione la politica trasformò l'influenza indiretta in presa di posizione [e i] salons divennero club politici, [Germaine de] Staël seppe esprimere apertamente le proprie idee politiche e intervenire direttamente nel dibattito pubblico. Abituata fin da piccola nel salon di sua madre Mme Necker a [manifestare] con forza e autorevolezza la propria opinione, Germaine fu educata in modo [assai] impegnativo a molte discipline e sviluppò un interesse vivissimo per il teatro, il quale assecondò forse il suo bisogno di essere davanti a un pubblico, come in una rappresentazione. I palazzi dove Mme Necker riceveva gli ospiti [...] erano uno dei centri della vita parigina e qui Germaine acquisì il gusto per ciò che le sarà indispensabile tutta la vita: une conversation animée et spirituelle.
Staël riceveva presso l'Ambasciata di Svezia in rue du Bac all'angolo con la rue de Grenelle (aveva sposato il barone de Staël-Holstein, ambasciatore di Svezia, del quale diceva: "fra tutti gli uomini che non amo è quello che preferisco", tutta la Parigi colta, ricca e importante. Le conversazioni vertevano sul sistema politico inglese: il liberalismo, le riforme necessarie al sistema monarchico, i limiti da porre al potere del Sovrano, la necessità di due Camere che ne temperassero le prerogative.
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Quando i letterati d’un paese si vedono cader tutti e sovente nella repetizione delle imagini, degli stessi concetti, de’ modi medesimi; segno è manifesto che le fantasie impoveriscono, le lettere isteriliscono: a rifornirle non ci è migliore compenso che tradurre da poeti d’altre nazioni. (Anne Louise Germaine de Staël, Sulla maniera e la utilità delle traduzioni, traduzione italiana di Pietro Giordani, 1816)
STAËL-HOLSTEIN, Anne-Louise-Germaine, baronessa di
Scrittrice francese, nata a Parigi il 22 aprile 1766, ivi morta il 14 luglio 1817; di famiglia calvinista ginevrina: figlia del ministro Necker e di Suzanne Curchod. Beccaria, Galiani, Buffon, Diderot, Marmontel, Raynal, Movellet, Suard, Grimm, Bernardin de Saint-Pierre erano tra gli assidui del salotto materno; e i cinque volumi di Mélanges (1795-1801), che Necker trasse dalle carte della moglie e pubblicò dopo la sua morte (1794), fanno testimonianza del fervore di dibattiti intellettuali, in mezzo a cui la giovinetta Germaine crebbe. Era temperamento esuberante e indocile, avido di vita e di idee, sensibile ai "droits du cœur", poiché - come dice, già allora, un suo verso - "l'âme est immortelle ainsi que l'amour".
Il matrimonio di convenienza che - respinta un'offerta di William Pitt - essa si decise a celebrare il 14 gennaio 1786 con il barone Erik Magnus de Staël-Holstein, ministro di Svezia a Parigi, non fu se non una sistemazione mondana, che le offriva modo di lanciarsi in pieno nella turbinosa vita sociale, intellettuale e politica. (Treccani)
Opere
Nel 1807 scrisse il romanzo Corinne ou l'Italie (Corinna, o l'Italia), e nel 1810 il suo saggio più importante, De l'Allemagne (Della Germania), con il quale introdusse la poetica romantica tedesca in Francia.
https://machiave.blogspot.com/2014/05/ritratto-di-germaine-necker-madame-de.html
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