Isabelle Chaperon
Il caso Generali o la dubbia endogamia del capitalismo italiano
Le Monde, 26 aprile 2025
Immaginate Martin Bouygues e la famiglia Arnault che tentano un colpo di stato alla AXA con la benedizione dello Stato francese. Ecco cosa è appena successo in Italia. Il magnate dell'edilizia Francesco Gaetano Caltagirone, 82 anni, socio di Delfin (la holding del defunto Leonardo Del Vecchio, il maggiore azionista di Essilor Luxottica) ha cercato di prendere il potere nella compagnia assicurativa Generali giovedì 24 aprile, durante l'assemblea generale. Hanno fallito, come già tre anni fa, ma la questione sembra tutt'altro che chiusa.
Giovedì a Trieste gli investitori istituzionali hanno approvato la lista dei consiglieri presentata da Mediobanca, primo azionista di Generali con il 13% del capitale: ha ottenuto il 52,4% dei voti. I due golpisti (insieme rappresentano il 17% dell'assicuratore) hanno ottenuto il 36,8% dei voti, il che significa che hanno tre consiglieri, contro i dieci di Mediobanca. Philippe Donnet, direttore generale, è stato riconfermato. Potrebbe esplodere, ma non per molto.
In realtà, è aperta una seconda linea del fronte. Il signor Caltagirone e Delfin sostengono l'opa ostile lanciata a gennaio dalla banca Monte dei Paschi di Siena (MPS) su Mediobanca, sapendo che insieme detengono quasi il 15% della società promotrice dell'operazione e il 27,6% del bersaglio. Questa acquisizione ha la benedizione del governo di Giorgia Meloni, che vuole creare un terzo polo bancario oltre ai due colossi UniCredit e Intesa.
Da qui la situazione poco chiara che circonda Banco BPM, la terza banca italiana, che Roma avrebbe voluto avvicinare a MPS, ma che è a sua volta oggetto di un'altra OPA ostile da parte di UniCredit. È probabilmente per questo che le autorità hanno ostacolato questo raid: per ammorbidirle, UniCredit ha acquistato azioni e ha votato a favore dei golpisti all'assemblea generale annuale di Generali.
Insomma, il capitalismo italiano appare più intricato di un piatto di spaghetti. Non sorprende che lo Stato voglia creare un terzo settore bancario o sia preoccupato per una proposta di fusione nella gestione patrimoniale tra Generali e Natixis. Banche e assicurazioni sono settori strategici per il finanziamento dell’economia. Ma l'Italia merita di meglio di questa dubbia endogamia.
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