lunedì 14 aprile 2025

L'attacco russo a Sumy

Olena Kohut 

Giacomo Gambassi
inviato a Kiev
Strage nella Domenica delle Palme: bombe contro chi andava in chiesa
Avvenire, 14 aprile 2025

Ci sono anche i ramoscelli di salice fra le macerie, le chiazze di sangue e l’acciaio divelto che ricoprono via Petropavlivska. È la pianta che sostituisce l’olivo nelle chiese dell’Ucraina ed è già in fiore a metà di aprile. L’onda delle esplosioni ha strappato le piccole frasche da anonime mani che le tenevano nella giornata che apre la Settimana Santa. «Molte delle vittime andavano in chiesa», spiega il capo dell’amministrazione militare, Volodymyr Artyukh. Anche quei ramoscelli raccontano la strage della Domenica delle Palme che la Russia ha compiuto a Sumy, il capoluogo che dà il nome alla regione dell’Ucraina nord-orientale e che adesso conta e piange i suoi morti: 34 in totale, fra cui due bambini. E altri 117 i feriti. Tutti diventati bersaglio di due missili lanciati da Mosca nella mattina della solennità delle Palme. Festeggiata quest’anno nella stessa data dai cristiani d’Occidente e d’Oriente che, per una coincidenza di calendari, celebrano la Pasqua insieme il 20 aprile. Compreso, quindi, il mondo ortodosso che include il patriarcato di Mosca. E il luogo di culto più vicino al viale del massacro è quello intitolato ai santi Pietro e Paolo che appartiene alla Chiesa ortodossa ucraina le cui radici affondano proprio nel patriarcato di Mosca. Due bombe contro i fedeli che la stessa Russia considera suoi protetti e ha sempre detto di voler difendere, ripetono a Sumy. Nelle stesse ore la Russia uccide due persone a Kherson, bombarda un asilo a Kharkiv e in serata colpisce Odessa con i droni. Una domenica di sangue e distruzione in tutto il Paese.

Sono le dieci quando scatta l’allarme anti-aereo su metà del Paese: dalla capitale al sud-est. «Mentre pregavamo a Kiev nella Cattedrale, abbiamo sentito l’allerta e il suono delle sirene», racconta ad Avvenire il nunzio apostolico, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas. La Cattedrale di cui parla è quella latina, scelta dal rappresentante pontificio per la Messa delle Palme. «Appena finita la celebrazione, abbiamo saputo che durante la liturgia c’era stato un attacco missilistico nel centro di Sumy. Proprio nel momento in cui la gente va a pregare in occasione della Domenica in cui si fa memoria dell’ingresso di Cristo a Gerusalemme». Stavolta di tutte le confessioni. Per questo le strade, a Kiev come a Sumy, sono affollate: per di più sotto un sole primaverile arrivato dopo settimane di neve e freddo. Il vescovo greco-cattolico di Kharkiv, Vasyl Tuchapets, nella cui diocesi rientra Sumy, dice ad Avvenire: «In una festa così importante, quando nelle chiese si benedicono le palme, la Russia lancia due missili balistici contro i pacifici abitanti della città. Si tratta di un crimine crudele e cinico commesso dall'aggressore russo contro i civili. È difficile spiegare come quanti si dicono cristiani possano comportarsi così. Esprimiamo le nostre più sincere condoglianze alle famiglie delle vittime e la vicinanza a coloro che sono rimasti feriti».

... non è solo sul capoluogo che si accanisce Mosca. È sull’intera regione che confina con la Russia e che, agli occhi del Cremlino, ha la colpa di essere il territorio da cui è partita ad agosto l’incursione ucraina verso la vicina regione russa di Kursk. Un’operazione che, per Vladimir Putin, è stata un’umiliazione, visto che l’esercito di Kiev ha strappato una parte dell’oblast. L’azione, tuttavia, sta sfumando per l’Ucraina che, a prezzi altissimi, avrebbe voluto scambiare gli angoli conquistati con qualche terra del Donbass occupata da Mosca: non solo gli assalti delle truppe di Putin stanno espellendo i militari di Kiev, ma alcune avanguardie di Mosca sono penetrate in una manciata di villaggi a ridosso della frontiera, mettendo le mani sugli abitati di Sumy. Una vendetta che contempla anche i blitz dal cielo contro obiettivi civili sia intorno al confine, sia nel capoluogo. Non è un caso che, secondo la ricostruzione dell’intelligence ucraina, uno dei due missili della strage delle Palme sia partito da Kursk e l’altro da Voronezh, fa sapere il capo degli 007, Kyrylo Budanov. Il secondo conteneva elementi a frammentazione e, esplodendo in aria, «avrebbe fatto il maggior numero di vittime». Nella lista degli uccisi anche la organista e pianista Olena Kohut che faceva parte dell’orchestra del Teatro nazionale di Sumy.

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