giovedì 23 gennaio 2025

Gli Australian Open di tennis


Mazzino Montinari, Australian Open, generazioni in attesa dello scontro, il manifesto,
17 gennaio 2025

Doveva essere la giornata di João Fonseca, il nuovo prodigio del tennis mondiale, il teenager che da mesi è annunciato come il prossimo numero uno del mondo. Qualcuno si era già scomodato per avvertire Jannik Sinner e Carlos Alcaraz del loro imminente pre-pensionamento. In effetti, la vittoria al primo turno contro Andrej Rublëv (l’avversario perfetto col suo gioco veloce e ritmato) aveva sbalordito anche i più entusiasti. Al suo primo incontro in un torneo Slam, il brasiliano si era reso autore di una prestazione perfetta, fatta di colpi violenti e precisi, di giocate difensive che repentinamente si trasformavano in attacchi letali. Servizi e dritti vincenti, risposte brucianti, passanti e giudiziose avanzate a rete che terminavano sempre col punto dalla sua parte. Alla fine di quell’incontro, sembrava di aver visto un Ivan Drago meno culturista e platinato ma più sorridente che, con una racchetta in mano, prometteva al mondo intero di spezzare in due qualsiasi altro sfidante.

IERI LE COSE sono andate diversamente. Il brasiliano ha incontrato il suo Rocky, ossia Lorenzo Sonego. Il torinese memore della sconfitta patita a Bucarest lo scorso anno ad aprile, è sceso in campo disposto a soffrire, cercando di contrastare la forza di Fonseca con la corsa e, soprattutto, rubandogli il tempo, mettendolo in difficoltà con un gioco possibilmente imprevedibile.
Sonego è un combattente, uno che soprattutto con quelli più forti in un ambiente caldo sa dare il meglio di sé. Al di là dei meriti dell’italiano, bisogna aggiungere che Fonseca ha pagato le fatiche accumulate in quest’ultimo mese, pieno di vittorie (14 consecutive tra il Challenger di Canberra, le Next Gen ATP Finals e le qualificazioni in Australia), di complimenti, di attenzioni, di interviste, di conoscenti invadenti. Distrazioni che, a memoria, solo un Rafa Nadal a diciott’anni sapeva sbrigare come pratiche di ordinaria amministrazione. Per Fonseca si tratta solo di un piccolo incidente di percorso, di una vertigine passeggera, di una nuova esperienza da memorizzare, di comprendere una volta di più quanto il tennis sia uno sport che oltre il braccio e le gambe, coinvolge la testa.

DUNQUE, per quel pre-pensionamento, per ora non se fa più nulla. Sinner e Alcaraz, pur con qualche contrattempo avanzano in attesa di affrontare contendenti più insidiosi. Nel frattempo, però, altri nomi nuovi si fanno spazio. Dal forte ceco Jakub Mensik (capace di battere Casper Ruud) ad Alex Michelsen (vittorioso al primo turno contro Stefanos Tsitsipas) fino a Learner Tien, ieri autore della grande sorpresa. Il diciannovenne statunitense ha estromesso dal torneo Daniil Medvedev (finalista in Australia nel 2021, 2022 e 2024) dopo una partita che sembrava vinta e poi persa e poi rivinta al tie-break decisivo del quinto set. Tien è indubbiamente un giocatore di ottime qualità, non sembra un predestinato come Fonseca ma intanto, dopo la partita d’esordio persa agli US Open, al suo secondo Slam è giunto al terzo turno con la prospettiva di avanzare ulteriormente, anche se il francese Corentin Moutet è tennista letteralmente fuori dagli schemi e potrebbe rivelarsi un enigma irrisolvibile per un giovane talento ancora poco abituato agli imprevisti.
Finora non abbiamo parlato di Jasmine Paolini. Lo scorso anno avremmo celebrato le due vittorie con Wei Sijia e Renata Zarazúa come un ottimo risultato, quasi inaspettato. Oggi per la numero quattro del mondo queste due partite rappresentano un buon allenamento. Dal prossimo turno con Elina Svitolina potremo capire le reali ambizioni della finalista di Parigi e Wimbledon e medaglia d’oro olimpica del doppio.



Mazzino Montinari, Sinner, il campione e quella capacità di stare sempre dentro la partita, il manifesto, 23 gennaio 2025

I tabelloni principali degli Australian Open sono allineati alle semifinali. In modo simmetrico, tra le donne, alle due favorite del torneo, la numero uno del mondo Aryna Sabalenka e la numero due Iga Swiatek, si oppone una coppia di tenniste, Paula Badosa e Madison Keys, che sembrano tornate a un ottimo livello di gioco dopo un periodo complesso, fatto di infortuni e molti dubbi. Questa mattina, Sabalenka sfida Badosa in un match che appare non regalare molte chance alla spagnola se non fosse che nei turni precedenti la bielorussa si è presa qualche pausa inquietante. Inoltre, le contendenti sono molto amiche e chissà che l’emotività non finisca per appianare un divario tecnico e fisico altrimenti squilibrato.



SE L’ANDAMENTO del torneo di Sabalenka ha suscitato qualche perplessità, quello di Swiatek non dovrebbe lasciare alcuna speranza alla statunitense Keys. La polacca in cinque turni ha lasciato alle sue avversarie un totale di quattordici giochi, la metà dei quali persi all’esordio con Katerina Siniakova. Dopodiché, è stato un susseguirsi di 6-0 e 6-1. Un cammino impressionante anche se Keys ha i colpi per mettere in difficoltà Swiatek che qui a Melbourne è solo alla sua seconda semifinale. Se ne uscisse una partita combattuta, la quattro volte campionessa di Parigi, potrebbe sperimentare qualcosa d’inedito e magari smarrirsi come capitato nelle ultime due edizioni dello Slam australiano, con Elena Rybakina e Linda Noskova.

Nel caso Sabalenka e Swiatek raggiungessero la finale, oltre a contendersi il titolo (per la bielorussa sarebbe il terzo consecutivo, cosa che non capitava dai tempi di Martina Hingis, e prima ancora di Monica Seles e Steffi Graf), lotterebbero pure per il primato nella classifica mondiale. Insomma, in queste due semifinali, sappiamo già per chi tiferanno sponsor e televisioni.

NEL TORNEO maschile, non avremo la semifinale tutta italiana. Jannik Sinner, dopo lo spavento preso con Holger Rune, ha ritrovato la salute e, soprattutto, ha incontrato l’avversario che non gli crea alcun problema. Alex de Minaur è troppo «leggero» per il tennis potente dell’altoatesino. Il 6-3 6-2 6-1 non rende giustizia all’impegno che l’australiano mette in ogni singolo scambio. Succede, però, che alcuni accoppiamenti non funzionino proprio e trasformino, quel singolo giorno, un numero otto del mondo in un giocatore qualsiasi di bassa classifica.

Lorenzo Sonego ha lottato ed era quasi riuscito a rimontare Ben Shelton. Il giovane statunitense, che già aveva eliminato Lorenzo Musetti, si è aggiudicato il tie-break del quarto set, impedendo al torinese una nuova impresa. Per Sonego resta la soddisfazione di aver raggiunto per la prima volta un quarto di finale in uno Slam, sapendo sfruttare le occasioni offerte dal tabellone e andandosi a prendere delle partite con colpi spettacolari.
Sinner e Shelton si affronteranno domani nella tarda mattinata italiana. I confronti diretti vedono l’italiano in vantaggio per quattro a uno. Dopo il primo confronto perso a Shanghai, Sinner ha dimostrato di saper gestire l’esuberanza ancora un po’ scriteriata di Shelton. Non sarà una semifinale semplice perché il ventiduenne mancino di Atlanta tira molto forte, ha un gran servizio e sa spostarsi bene per il campo. Nel complesso, però, il numero uno del mondo si lascia preferire per quella capacità di stare sempre dentro la partita…chiedere per una conferma a Rune.
A proposito di chi non cede mai, Novak Djokovic ha già vinto il suo torneo, a prescindere da ciò che otterrà nella prima semifinale di venerdì contro Alexander Zverev. La partita con Carlos Alcaraz è stata l’ennesima lezione di uno scienziato del gioco e di un atleta con risorse illimitate. Il tedesco di origine russa ha un’ottima opportunità per conquistare la finale, ma chi se la sente di scommettere contro il serbo?

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