Tornano in campo i cattolici democratici del centrosinistra, gli ex Ppi, con una iniziativa organizzata da Graziano Delrio il 18 gennaio a Milano, in cui interverranno alcuni padri nobili, come Romano Prodi e Pierluigi Castagnetti, intellettuali d'area come Ernesto Maria Ruffini, un'ampia platea di amministratori locali, professori e associazioni.
Pronto il nome: Comunità democratica.
L'obiettivo, spiega all'ANSA Delrio, è "far capire che la cultura politica dei cattolici democratici può dare molto al Paese, come in altri tornanti storici. Chiediamo una maggior accoglienza e spazio, nel Pd o anche fuori dal Pd". (ANSA)
Huffington Post
Quando si muovono nella politica italiana gli uomini che storicamente rappresentano il potere non vanno mai né sottovalutati e né, soprattutto come si suol dire, presi alla leggera. E questo perché ogni movimento, ogni mossa e ogni iniziativa sono sempre riconducibili ad un disegno politico e, ovviamente, di potere. È il caso, nello specifico, di Romano Prodi, cioè uno degli uomini che maggiormente hanno avuto - e hanno - dimestichezza con il potere politico ed economico di questo paese. È appena sufficiente scorrere il suo ricco ed importante curriculum per rendersene conto. Da quando assunse l’incarico di Ministro dell’Industria nel lontano 1978 per poi passare alla Presidenza dell’Iri dal 1982 in poi sino ai giorni nostri. Esponente della sinistra cattolica e tecnocratica strettamente inserita nei gangli del potere economico e del sottogoverno del nostro paese, è indubbio che Prodi con il suo importante contributo e la sua azione concreta ha segnato e condizionato il cammino della politica italiana in questi ultimi decenni. E lo confermano i prestigiosi e sontuosi incarichi di potere - politico ed economico - ricoperti a livello nazionale ed europeo. Una sinistra cattolica e tecnocratica che esisteva già ai tempi della Dc e che è sempre stata, per fare un solo esempio, profondamente diversa, se non addirittura alternativa, rispetto all’altra sinistra, quella sociale di ispirazione cristiana, che aveva come punti di riferimento prima nella Dc Carlo Donat-Cattin e Sandro Fontana e poi, nella seconda repubblica, Franco Marini.
Ma, per tornare all’oggi, è quantomai importante capire qual è il progetto politico, e di potere, che persegue Prodi per dare forza e consistenza ad una cosiddetta iniziativa centrista. E cioè, se e come rafforzare la corrente prodiana e cattolica all’interno del Pd - che resta, come ovvio, il vero obiettivo dopo l’eccessivo sbilanciamento a sinistra favorito e perseguito dalla segreteria della Schlein - per pesare di più rispetto ad un recente passato nei confronti della componente ex e post comunista. Oppure dar vita ad un progetto politico centrista sganciato dai rispettivi schieramenti maggioritari, ma l’ipotesi è del tutto virtuale, se non addirittura astratta. O, infine, dar vita ad un partito centrista strettamente organico alla coalizione di sinistra ma distinto dal Pd. Ipotesi che, però, metterebbe seriamente ed irreversibilmente in crisi il progetto politico originario su cui nacque lo stesso Pd che, almeno formalmente, non è la semplice prosecuzione della storia della sinistra italiana attraverso la tradizionale filiera Pci/Pds/Ds.
Una astuzia della ragione
Non c'è nulla di magico nell'astuzia della ragione. Ogni tanto succede che le condizioni per un cambiamento siano mature, mentre nessuno dei principali attori in campo se ne accorge (o se ne vuole accorgere). Si muovono i cattolici del Pd, intendono rilanciare la loro presenza sulla scena politica. La destra subito tenta di svalutare l'iniziativa: ecco l'ennesimo centrino, l'ennesimo sussulto di un centro che non c'è o, se c'è, sta con noi. Chissà poi se il centro cattolico si sente davvero a suo agio in una destra egemonizzata dalle componenti estreme, Fratelli d'Italia e Lega. Elly Schlein, troppo occupata a presidiare la sinistra, cerca, come può, di fare buon viso a quello che in cuor suo sembra considerare cattivo gioco. Eppure, la musica è chiara: per due volte la sinistra ha battuto Berlusconi alle urne entrambe le volte era capeggiata da un esponente del centro cattolico. Purtroppo la democrazia laica in Italia non ha mai incontrato una grande fortuna, schiacciata com'era tra le grandi chiese dei partiti popolari di massa. Altra cosa è l'area cattolica, che nella società esiste da sempre, è vasta e ramificata. Soprattutto non è riducibile a uno schieramento di destra centro, come quello capeggiato da Giorgia Meloni. Ecco allora l'uovo di Colombo. Se i cattolici democratici si mobilitano e riescono a darsi una casa comune spendibile sul terreno politico, il baricentro del Pd si sposta su posizioni più attente alle esigenze di una classe media evoluta e responsabile. Mancava la gamba di centro. Se questa gamba prende forma e si consolida, tutto il quadro della vita politica assume un aspetto diverso. Su impulso della stessa famiglia Berlusconi, Forza Italia cerca di apparire più moderna e civile della destra che di fatto ci governa. Solo che Taiani e C. si limitano a sbandierare una differenza che al dunque svanisce come se nulla fosse. Invece i vari Prodi e C. rappresentano a pieno titolo una sensibilità democratica egemone nello schieramento di sinistra. In tal modo la pretesa maggioritaria della destra subisce un duro colpo.
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