giovedì 2 gennaio 2025

Convenienza e necessità di una difesa comune europea




Lucrezia Reichlin, L'Europa e la crisi geopolitica, Corriere della Sera, 2 gennaio 2025


L’Europa, nonostante le riforme degli ultimi quindici anni, è fondamentalmente figlia di un mondo che non esiste più. La domanda è quindi se, così com’è, possa sopravvivere al nuovo contesto internazionale o se invece sia destinata a diventare altro nel nuovo contesto.

Un test fondamentale sarà la difesa. Qualsiasi sia lo scenario che prevarrà sulla politica estera di Trump — isolazionismo Usa o riasserzione del suo ruolo dominante — l’Europa sarà costretta a spendere di più in difesa. 


Come afferma la Commissione europea ci sono enormi vantaggi nello sfruttare gli strumenti di cooperazione che l’Unione offre nel rendere più efficiente la spesa militare in tutti i suoi aspetti. Non farlo, costringerebbe gli Stati membri a un massiccio reindirizzo delle risorse pubbliche che non trova il sostegno dei cittadini e che non è comparso in nessuno dei programmi sulla base dei quali i governi in carica hanno vinto le elezioni. L’incentivo a cooperare è molto potente. Nel 2025 capiremo se questo è sufficiente o se le spinte centrifughe prevarranno.

Con moneta comune e difesa sempre più comune, ci sarebbero i pilastri essenziali su cui da sempre si sono costruiti gli stati nazionali. Oggi si presentano le condizioni per cominciare a costruire il secondo pilastro. Con l’arrivo di Trump alla Casa Bianca il 20 gennaio, l’Europa deve dare un forte segnale sulla sua direzione di marcia. Non farlo non garantisce lo status quo. Al contrario ci porterà velocemente ad una situazione in cui le forze centrifughe dell’unione finiranno per prevalere.

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