Filippo Ortona, Sandrine Rousseau: «Macron deve capire: o sfiducia o coabitazione», il manifesto, 11 dicembre 2024
Un primo ministro sarà nominato «in 48 ore», ha detto Emmanuel Macron ai responsabili dei partiti ricevuti ieri all’Eliseo. Dopo la sfiducia al governo di Michel Barnier votata dal Rassemblement National di Marine Le Pen e dal Nuovo Fronte Popolare delle sinistre, il Partito socialista, gli Ecologisti e il Partito comunista hanno proposto al blocco macronista e al centro-destra di trovare un accordo di “non-sfiducia”, attirandosi le critiche de La France Insoumise, che ha rifiutato l’invito del Capo dello Stato.
L’incontro, tuttavia, è sembrato inconcludente: Macron non sarebbe disposto a fare «alcun compromesso» né «alcuna concessione», ha detto la segretaria degli Ecologisti Marine Tondelier, all’uscita dall’Eliseo.
Finché Emmanuel Macron «non accetta» l’idea di una «coabitazione», cioè di “convivere” con un primo ministro di un altro colore politico, delegandogli di fatto il potere esecutivo, «non c’è discussione possibile», dice Sandrine Rousseau al manifesto. La deputata degli Ecologisti, figura di spicco del partito e dei movimenti femministi, è tra le più convinte sostenitrici dell’unione del Nuovo Fronte Popolare, messa a dura prova in questi giorni.
Come valuta questo incontro tra i dirigenti dei partiti e il presidente della Repubblica?
Penso che la sola domanda che debba essere posta a Emmanuel Macron in questo momento sia: “è pronto a fare una coabitazione”? Finché non risponde a questa domanda, non c’è discussione possibile. Siamo in una situazione nella quale la politica di Macron viene perseguita con la forza.
È ottimista sulla possibilità che le forze politiche facciano dei compromessi per formare un governo di coalizione?
Non è una questione di essere o meno ottimisti. Il fatto è che la democrazia francese è fondata sul principio che il gruppo arrivato in testa alle elezioni possa governare (cioè, il Nuovo Fronte Popolare alle ultime elezioni legislative, ndr). È un principio di base piuttosto semplice. Dopodiché, si tratta di trovare dei compromessi all’Assemblée Nationale, di legge in legge. Ma non nella composizione del governo stesso.
La France Insoumise ha rifiutato di sedersi all’Eliseo con gli altri partiti. È la fine del Nfp?
Non credo sia la fine del Nfp. Ci sono posture diverse ma non ci sono divergenze nel merito delle cose, almeno per ora. Anzi, io rendo omaggio a quelle forze politiche che hanno scelto la fermezza, di fronte a un Macron che non riconosce la propria sconfitta. Davanti a qualcuno che nega la realtà, bisogna aumentare il rapporto di forza, non abbiamo scelta, e questo lo si può fare ponendogli un’alternativa: o la sfiducia, o la coabitazione.
Cosa risponde a chi dice che non facendo un accordo con la compagine macronista, si rischia di ridare le chiavi del potere a Marine Le Pen?
Ma non siamo noi che abbiamo scelto di dare il potere al Rassemblement National. È Macron che ha deciso che il Rn è più frequentabile di noi, è a lui che bisognerebbe porre la domanda. Noi non abbiamo mai fatto alcun compromesso con il Rn. Noi abbiamo una linea politica di cui Macron non vuole saperne. Ma è il popolo francese ad avere scelto questa linea politica. È per questo che ci troviamo in questa crisi, a causa del carattere ostinato, ottuso di Macron, il quale rifiuta di riconoscere la propria sconfitta. È molto grave perché la V Repubblica prevede troppi pochi contro-poteri, non è stata pensata per far fronte a questo tipo di scenario, nel quale un uomo solo ne rifiuta il funzionamento.
Come si esce da questa crisi? Con le dimissioni di Macron?
Io non chiedo le dimissioni di Macron, ma dico solamente che non avrà scelta se continua a intestardirsi. Se la sua testardaggine e il suo carattere ostinato lo condurranno alle dimissioni, questa è una domanda alla quale solo lui ha la risposta. Non saranno i nostri appelli che cambieranno qualcosa. È Macron che ha in mano le chiavi del proprio avvenire politico.
Come mai Macron ha meno difficoltà a trovare un accordo con Marine Le Pen piuttosto che con il Nfp?
Perché il Rn non minaccia il liberalismo economico, mentre noi sì, lo minacciamo.
Che ne pensa degli sforzi messi in campo dal Ps per trovare un accordo di non-sfiducia con il blocco macronista?
Credo che il Ps volesse far vedere che era in grado di discutere. L’inquietudine che avevamo, era a proposito della solidità nel merito, sul programma. E quello che vediamo, è che il Ps è rimasto saldo sui principi.
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