Nel suo libro Soumission, Michel Houellebecq immaginava una Francia sottomessa all'islamismo rampante. L'autore che pretendeva di fare dell'anticipazione realistica aveva scelto François Bayrou come primo ministro sottomesso all'islamismo. Pessimo indovino, lo scrittore diventato feticcio dei reazionari non si era sbagliato su un punto: Bayrou è ben sottomesso... ma all'estrema destra. (Thomas Legrand, Libération).
Che tristezza. Due tipi di commento stanno accompagnando questo funerale prolungato della presidenza Macron. Il primo tipo ruota intorno alla permanenza dei veterani. "Si prendono gli stessi e si ricomincia", "i soliti veterani" (les vieux de la vieille), appunto: e forse anche qualcuno in più se si pensa alla resurrezione politica di Manuel Valls che sembrava uscito di scena e che diventa ora ministro degli [sic] Oltremare. Nientemeno. E ministro di Stato, una carica onorifica, riservata a lui e ad altri tre: Bruno Retailleau (agli Interni, mantenuto al suo posto per volontà del Rassemblement National), Elisabeth Borne (all'Educazione Nazionale e alla Ricerca) e Gerald Darmanin (un macroniano puro e duro alla Giustizia, al posto del gaullista Xavier Bertrand, rifiutato dal Rassemblement National). Già in questo elenco c'è tutto il destino prevedibile del governo Bayrou. La vecchia area di governo tenta di sopravvivere riciclando un personale politico per lo più logoro e usurato.
L'altro tipo di commento si riassume nella formula: "le stesse cause producono gli stessi effetti". Il governo Bayrou somiglia molto all'esecutivo che lo ha preceduto. Anche nella dipendenza dalla neutralità dell'estrema destra nei suoi confronti. Com'è noto, in Francia non esiste il voto di fiducia, un governo entra un carica senza prima verificare l'esistenza di un sostegno parlamentare. Ma esiste la mozione di censura. Approvando una mozione di censura, l'Assemblea nazionale può mandare a casa un governo. Al dunque, Bayrou sta in piedi finché Marine Le Pen non decide di dare il suo sostegno a una mozione di censura presentata dalla sinistra, come è successo al governo Barnier.
Macron e i suoi tradiscono per la seconda volta quegli elettori di sinistra che avevano votato per loro allo scopo di bloccare l'avanzata dell'estrema destra. Il nuovo governo nasce, come quello precedente, sulla base di un patto con l'estrema destra. Triste fine per uno come Bayrou che si era presentato come una figura terza, capace di sbloccare la partita, tenendo fuori dal gioco Marine Le Pen e poggiando invece sul sostegno decisivo dei socialisti. Non ci sarà nessuna coabitazione. Macron con Bayrou sta tentando ancora una volta di salvare la sua politica sconfitta dalle urne per due volte, alle europee in giugno e alle legislative in luglio.
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