domenica 11 maggio 2025

Una biografia di Elsa Morante


"Elsa" di Angela Bubba: i tormenti intimi di Elsa Morante

Florence Noiville
Le Monde, 11 maggio 2025

"Elsa", di Angela Bubba, tradotto dall’italiano da Florence Courriol-Seita, Héloïse d'Ormesson editrice, 416 pag., (in italiano Elsa, Ponte alle Grazie; Firenze 2022)

In italiano, "elsa" significa elsa della spada. Da qui l'espressione stare con la mano sull'elsa che, in senso figurato, significa "essere pronti al combattimento". Da questo punto di vista la scrittrice Elsa Morante (1912-1985) fece onore al suo nome. Pronta al combattimento, lo sarà stata per tutta la vita. Per prima cosa dovette superare un assillante interrogativo sulle sue origini: suo padre era la persona di cui portava il nome o un postino siciliano, l'amante di sua madre? In seguito dovette affrontare le conseguenze psicologiche di un aborto precoce, quindi lottare per affermarsi come scrittrice, per esistere al di fuori dell'ombra opprimente del marito, il romanziere Alberto Moravia (1907-1990) . Nella Roma degli anni Quaranta dovette confrontarsi con il fascismo, rassegnarsi ad abbandonare la città dopo aver saputo che il nome di Moravia figurava nella lista nera di Mussolini... E tutto questo senza contare le battaglie più aspre, quelle che, al tempo stesso, si combattevano dentro di lei.

Sono tutte queste le lotte che la scrittrice e ricercatrice di letteratura italiana Angela Bubba ripercorre in Elsa. Come lei stessa afferma nei ringraziamenti, da quasi dieci anni si muove in "questo spettacolare labirinto che è la vita e l'opera di Elsa Morante" . Dopo Elsa Morante, madre e fanciullo (Carabba 2016, non tradotto in francese), qui si propone di esplorare le profondità della psicologia morantiana. Non attraverso una biografia classica: per questo ci rivolgiamo all'opera di riferimento di René de Cecatty, Elsa Morante. Une vie pour la littérature (Tallandier, 2018) – nemmeno una biografia romanzata. Ma attraverso il medium di un romanzo biografico, cioè di un'opera la cui ambizione dichiarata è quella di avvicinarsi alla verità attraverso l'illusione della finzione.

Questo elemento di invenzione si ritrova in particolare nei capitoli in corsivo con cui Angela Bubba cosparge la sua storia. Come contrappunto a un testo cronologico e fattuale, queste pagine invitano il lettore a immergersi nei tormenti intimi dello scrittore. I monologhi introspettivi consentono un accesso diretto alle sue emozioni e rivelano così la profonda sofferenza di una donna che sembra sopraffatta, preoccupata o ferita da tutto. «Per Elsa la realtà è una forma di mortificazione e una seria perdita di tempo », spiega Moravia a una sua amica. Fare la spesa, guidare, andare all'ufficio postale: tutte queste cose per lei sono delle sconfitte, dei veri e propri attacchi alle cose migliori che la vita ha da offrire. Vita che, nel suo caso, è sinonimo di immaginazione. »

È diffidente nei confronti dei prezzi, odia i giornali ed evita le interviste.

Nemmeno il premio Strega, l'equivalente italiano del Goncourt, assegnato nel 1957 a L'isola di Arturo (Gallimard, 1963), riuscì a placarlo. È diffidente nei confronti dei prezzi, odia i giornali ed evita le interviste. Ciò porta Moravia a dire che Elsa a volte è "ingrata verso se stessa" . E ad Angela Bubba che "vive solo sulla difensiva, pronta a mordere anche quando non dovrebbe". «Per lei il dolore è un sole », aggiunge . Enorme, ingannevole, brillante come una malattia. »

In un romanzo biografico si può fare di tutto: salti, ellissi, avanti e indietro nel tempo, intrecci di realtà e immaginazione, dialoghi inventati, pensieri inespressi. Quando è ben fatta e ben tradotta, come nel caso presente, l'impresa risulta piacevole anche per il lettore che non conosce l'autrice della Storia (1974; Gallimard, 1977) o il suo universo immaginario. A questo proposito, il libro di Angela Bubba fornirà un'introduzione ideale. Se avrà la fortuna di portarlo in spiaggia quest'estate – soprattutto se si tratta di un posto amato da Elsa, come Ischia o Procida – si metterà naturalmente nei panni di chi dice "io". Scoprirà il suo entourage, l'intellighenzia italiana dell'epoca, Visconti, Pasolini, Bertolucci, Natalia Ginzburg…, la sentirà parlare con i suoi gatti, maledire il mondo, constatare che "tutto è una farsa" , discutere con "Alberto" senza poter fare a meno di lui, scrivere infine a Pasolini di ritrovarsi "beffarda, triste, senza illusioni e con un pizzico di insolenza". Ma sempre pronta a sguainare la spada. Probabilmente chiuderà questo ritratto, per metà irritato e per metà commosso. Come sembrava dire la stessa Elsa Morante quando sospirò, rassegnata: «Ci sono tante guerre e tante luci in me. »

https://www.lemonde.fr/livres/article/2025/05/11/elsa-d-angela-bubba-les-tourments-intimes-d-elsa-morante_6605110_3260.html


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