Contro ogni dominatore: il destino di Leone XIV è nel nome
Giovanni Maria Vian, Domani, 9 maggio 2025
La scelta del nome mostra le idee chiare e lo spirito di Prevost, che ha saltato tutti i papi del XX secolo, ma anche quello assunto dal suo predecessore Bergoglio, pur accattivante e fin troppo atteso. “Francesco” si leggeva su un cartello appeso al collo di un bizzarro personaggio con il saio mentre si aspettava la fumata bianca, e il nome era stato ventilato, se non addirittura preparato, durante la sede vacante, come prima del conclave confidarono tranquillamente a un giornalista due cardinali elettori spagnoli.
Il richiamo più immediato è a Leone XIII, il papa latinista eletto nel 1878 che crea cardinale Newman e pubblica la prima grande enciclica sociale, la Rerum novarum. Ma più potente è la suggestione suscitata da Leone Magno. Primo vescovo di Roma di cui si conservano le prediche in un meraviglioso latino e teologo acclamato anche dagli orientali al concilio di Calcedonia, nel 452 si incontra a Mantova con Attila, il re degli unni che aveva devastato l’Italia settentrionale.
Leone convince il terribile sovrano a non calare verso Roma, e la città viene risparmiata. Il tentativo non riesce pienamente tre anni dopo con i vandali di Genserico, ma il saccheggio della città viene in parte limitato. Metafora di un papa di Roma che dovrà fronteggiare altri dominatori.
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