Unità e cambiamento: due parole per riassumere una vittoria. Una vittoria annunciata, certo, il risultato di Genova alle comunali riproduce quello delle regionali che si erano tenute nell'ottobre dell'anno scorso. Intanto erano passati dei mesi da allora e bisognava pure trovare il modo per raddoppiare quella prestazione. E il raddoppio c'è stato, con una precisione quasi millimetrica: 52,3 Orlando alle regionali di Genova, 44,3 Bucci; 51,48 Salis alle comunali, 44,2 Piciocchi. Con una affluenza in decisa crescita rispetto alle precedenti comunali, dal 44,17 al 51,92 per cento degli aventi diritto.
Una candidata giovane, estranea al circuito dei dirigenti eternamente riproposti, proveniente dal mondo dello sport, ma con una esperienza in un ruolo di comando, essendo stata vicepresidente del Coni: ecco il cambiamento. Alta un metro e 79, "caruccia" o "carina" secondo il forzista Maurizio Gasparri (il cui pensiero in materia era più complesso in verità: "caruccia, ma le elezioni non sono un concorso di bellezza", "carina ma inadatta a governare". Al che la candidata aveva replicato: "Se sei bella, se non lo sei, se hai figli, se non li hai, se vesti elegante o sei sgarrupata. C’è sempre qualcuno che da obiettare, per gli uomini non succede mai"). Diciamo che l'immagine era della partita.
Coalizione che riuniva il cosiddetto campo largo e andava anche oltre, includendo Azione di Calenda: XXL, ha scritto il quotidiano dei vescovi, Avvenire, come dire extra extra large. Questo vale per l'unità. La candidata XXL aveva dalla sua anche un richiamo alla competenza come requisito necessario per il successo di un progetto politico. E poi il messaggio esplicito, il programma evitava la ripetizione dei soliti slogan. Il futuro come punto centrale. e poi il lavoro, il welfare, la sicurezza, la cultura, la mobilità, l'istruzione, lo sviluppo sostenibile, la pulizia, la partecipazione e i diritti. Non vaghi impegni, ma precise dichiarazioni di intenti.
In opposizione alla candidatura di Pietro Piciocchi, schierato dal centrodestra, Salis ha svelato i 10 punti salienti del suo programma consultabili più nel dettaglio sul sito web silviasalissindaca.it. Il futuro è il fil rouge che lega i punti del programma, come si evince dal discorso finale della candidata per il centrosinistra: «Genova, ricordati chi sei, chi siamo, perché non siamo un popolo qualunque ma non abbiamo mai lasciamo indietro nessuno. Dobbiamo smettere di aspettare e ricominciare a scrivere la nostra storia. Immaginate ora la Genova del futuro dove nessuno deve andare via per realizzare i propri sogni. Immaginate una città che valorizza il talento, che non lascia indietro nessuno, viva e forte. Non è un sogno, è il futuro. Vogliamo riprenderci questa città. Genova ha già dormito abbastanza. È già domani».
- Il lavoro è il primo punto del programma del centrosinistra: «Il lavoro è il tema col quale ho aperto il mio programma e sicuramente la chiave per rivoluzionare questa città, per permettere alle persone di avere una vita sempre più dignitosa, per permettere ai giovani di non dover scappare per realizzare i propri sogni», ha dichiarato Silvia Salis;
- Welfare: l'obiettivo è rifondare le reti sociali dagli asili al benessere delle persone, passando per chi non ha diritto alla casa;
- Sicurezza: spazi pubblici vivi, sicurezza presidiando il territorio, non con la repressione;
- Cultura: vivere insieme non solo in centro, ma in tutta la città; piccoli teatri e circuiti eterogenee per farci stupire dagli artisti del futuro;
- Mobilità: sviluppo della metropolitana, investimenti sulla sicurezza stradale, si punterà su ferro e gomma. Una Genova che si muove sostenibilmente «con un nuovo sistema tariffario e un nuovo accordo tra Amt e Trenitalia»;
- Istruzione: l'obiettivo è mettere a sistema le grandi accademie della città, attrarre investimenti internazionali e mettere al centro lo studio;
- Porto e le infrastrutture: ridisegnare il sistema portuale, porre fine alla logica commissariale, la responsabilità delle opere deve tornare in mano dell’autorità di sistema portuale;
- No alla funivia del Lagaccio, no allo skymetro della Valbisagno: è necessario un progetto sostenibile che non si abbatta sui cittadini e che non abbatta le scuole;
- Pulizia di Genova: nuovo ciclo dei rifiuti, Tari sostenibile per famiglie e imprese. Rilancio di Amiu investendo in competenza grazie alla partecipata del comune. Amiu deve chiudere il ciclo dei rifiuti autonomamente, diminuire la produzione dei rifiuti e ridare centralità a economia circolare;
- Partecipazione e diritti: capacità decisionale per i Municipi, capacità di decisione e autonomia gestionale per stare più vicino ai cittadini, con sedi di confronto permanente con i cittadini, pianificando con il territorio le scelte. Ascolto costante delle istanze dei cittadini. Multiculturalità e fine della ghettizzazione in alcuni quartieri della città. Tornerà il patrocinio al Pride, la marcia dell'orgoglio LGBT+. Maggior accessibilità ai presidi antiviolenza e le case rifugio.
Sembra tutto molto chiaro. Non c'è la politica estera, perché una amministrazione comunale non arriva a tanto. Si dice: la formula non è trasferibile al livello nazionale. E qui invece casca l'asino. Perché la lettera non può essere la stessa, ma lo spirito ha molto da insegnare a tutti i livelli. La grande politica si blocca su un meccanismo infernale di veti incrociati, Si tratta di andare oltre, superando i personalismi con il ricorso a figure esterne, non prigioniere di calcoli strettamente partitici e uscendo dalla litania delle parole magiche. Sì, lavoro, salario, sanità, istruzione, cultura. Ma che cosa, al dunque? Silvia Salis ha detto: "Non vado verso il popolo, sono popolo" e ha parlato dei suoi genitori, un operaio (comunista) e una impiegata comunale. Allo stesso modo il programma non può andare incontro a vaghe aspettative di cambiamento. Deve essere il cambiamento, perché chiama le cose con il loro nome, perché affronta i problemi sul tappeto e propone soluzioni.
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