Eric Josef
Cultura: in Italia "tutto ciò che è intellettuale è considerato ostile"
Libération, 23 giugno 2025
E domani? Cosa succederebbe se l'estrema destra salisse al potere ? Nel mondo culturale francese, l'esempio italiano riemerge spesso, come un'ossessione. A quasi tre anni dall'ascesa al potere di Giorgia Meloni , Raffaele Simone, linguista e professore emerito all'Università di Roma, autore del premonitore " Il mostro gentile: l'Occidente sta girando a destra?" (Gallimard, 2010), analizza l'operato del governo Meloni nel settore culturale.
L’estrema destra italiana ha cercato di imporre una politica culturale ?
Il governo Meloni ha gradualmente occupato tutte le posizioni disponibili. Hanno iniziato ovviamente con il Ministero dei Beni Culturali. Il primo nominato, Gennaro Sangiuliano, è un modesto giornalista della Rai [l'emittente pubblica italiana, ndr], autore, tra l'altro, di una biografia di Putin. Il suo successore, Alessandro Giuli, anche lui giornalista, è un vero ideologo di estrema destra. Alla Biennale di Venezia, hanno nominato Pietrangelo Buttafuoco, praticamente l'unica figura culturalmente presentabile dell'estrema destra. Poi, da un giorno all'altro, hanno sostituito il sovrintendente della Scala di Milano e quello del San Carlo di Napoli, il più antico teatro d'opera d'Italia. Nel frattempo, hanno cambiato molti direttori di istituti culturali italiani all'estero. Hanno nominato Renata Cristina Mazzantini a capo dell'importante Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea (Gnam) di Roma.
Cosa cambia in termini di programmazione ?
La Gnam ospita ora iniziative che poco hanno a che fare con le sue missioni, come una mostra dedicata a JRR Tolkien, l'autore del Signore degli Anelli adottato da Giorgia Meloni come narratore di miti di destra. Anche la recente mostra sul Futurismo ha suscitato polemiche. [Queste due mostre erano previste prima dell'assunzione della direzione dell'istituzione da parte di Renata Cristina Mazzantini, il 9 febbraio 2024, ndr]. Gli specialisti di questo movimento artistico italiano [un importante movimento artistico del primo Novecento ma che ha pure fraternizzato con il fascismo] hanno preferito dimettersi dal consiglio scientifico. Quando alcuni dipendenti della Galleria hanno protestato contro la presentazione, nella loro sede, di un libro del direttore del Secolo d'Italia [organo del partito di estrema destra Fratelli d'Italia], Italo Bocchino, i loro nomi sono stati segnalati dalla direzione del museo al Ministero [informazione poi smentita: i nomi dei firmatari non sono stati segnalati al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali dalla direttrice Renata Cristina Mazzantini]. La lettera, aperta e pubblica, è stata protocollata secondo il normale protocollo dell'amministrazione, ndr]. Questo è il clima attuale della cultura.
Quindi la presa dell'estrema destra si fa sentire soprattutto attraverso l'occupazione di posizioni di potere?
Non solo. Dopo la nomina del drammaturgo Stefano Massini a direttore artistico del prestigioso Teatro della Pergola di Firenze, decisione che non è piaciuta al nuovo governo, la Fondazione Teatro della Toscana, a cui la Pergola è affiliata, è stata declassata da teatro nazionale a teatro comunale, il che comporta ovviamente una perdita di sovvenzioni. Il governo ha anche capito che la cultura non si limita alle grandi case editrici o ai giornali, ma a un'intera rete di luoghi ed eventi culturali meno visibili. Ha anche cercato di impedire allo scrittore Roberto Saviano di partecipare alla Fiera del Libro di Francoforte.
Il bilancio per la cultura nel 2025 è stato tagliato di altri 147 milioni di euro.
Il governo finanzia in particolare alcuni festival, come il Festival delle Città dell'Identità [la cui missione è "la difesa, la promozione e la diffusione dell'identità italiana"] o alcune produzioni audiovisive, come una recente serie televisiva sul "giovane Mussolini". Quanto alla Rai, è diventata "TeleMeloni". Molti giornalisti e presentatori di successo sono stati licenziati.
Il potere attuale considera la cultura un nemico?
Tutto ciò che è intellettuale è considerato ostile. L'anti-intellettualismo è iniziato con Berlusconi. Ha fatto un ottimo lavoro in questo campo, con la sua TV, la sua pubblicità e, soprattutto, con la sua continua autopresentazione. Ha sostenuto l'idea che le scuole dovessero promuovere Internet, il mondo degli affari e l'inglese. Il resto non contava. L'attuale governo sta cercando di recuperare certe direzioni. Ha creato il "liceo Made in Italy" e ora sta lavorando per riformare l'università. Berlusconi voleva intrattenerci. Questa estrema destra non vuole più solo intrattenerci: vuole convincerci. Siamo passati dall'intrattenimento all'ideologia. Nel programma di Fratelli d'Italia si legge che l'obiettivo è creare "un nuovo immaginario nazionale ". Non ci sono ancora riusciti, e credo che non ci riusciranno, perché trent'anni di berlusconismo e della sua corrotta etica pubblica hanno reso gli italiani piuttosto cinici e indifferenti.
Come resistono i creatori all'offensiva dell'estrema destra?
Già prima che salisse al potere, hanno trovato canali alternativi, in particolare attraverso festival e spettacoli teatrali. C'è una spettacolarizzazione della cultura. Lo storico medievale Alessandro Barbero, ad esempio, raduna folle per le sue letture. Ma più che una resistenza, si tratta di una forma alternativa di sopravvivenza.
Errata corrige:
- Come erroneamente affermato in una precedente versione dell'intervista, il padre di Renata Cristina Mazzantini non è Carlo Mazzantini (famoso combattente della Repubblica Sociale di Salò, stato fantoccio creato da Mussolini e controllato dai nazisti dal 1943 al 1945 ) con il quale non ha alcun legame familiare, bensì Paolo Mazzantini.

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