mercoledì 10 dicembre 2025

La ballata delle donne


La Santarcangelese
Carlo Levi 1936, Palazzo Lanfranchi

La donna ritratta è Giulia Venere, la governante dell’artista durante la sua permanenza al confino ad Aliano, ‘La Santarcangelese’ viene più volte descritta in ‘Cristo si è fermato a Eboli’ sia per le sue caratteristiche fisiche: ‘donna alta e formosa con un vitino sottile come quello di un’anfora tra il petto e i fianchi robusti, occhi a mandorla neri e opachi, naso lungo e sottile un po’ arcuato, bocca larga dalle labbra sottili e pallide e con un viso dal fortissimo carattere arcaico’, 
ma anche per raccontare le sue storie o i suoi modi di pensare: ‘Se le chiedevo di posare non aveva mai tempo: capii che c’era qualche oscura ragione che la impediva… Capii allora che la sua ripugnanza aveva una ragione, ed essa stessa me lo confermò. Un ritratto sottrae qualcosa alla persona ritratta, l'immagine e, per questa sottrazione il pittore acquista un potere assoluto su chi ha posato per lui’.

Ballata delle donne

La "Ballata delle donne" è un testo poetico di Edoardo Sanguineti (1930-2010), pubblicato nella raccolta di poesie "Senzatitolo" edita da Feltrinelli nel 1992.

Quando ci penso che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.
Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.
Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.
Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.
Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano


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