sabato 1 febbraio 2025

Qui in America non hanno Hegel




Italo Calvino a Franco Fortini, New York, vigilia di Natale 59

Caro Fortini,
dunque qui uno è sempre felice, e si sveglia al mattino ed è felice, va a dormire ed è felice, e viene da domandarsi ma sono diventato cretino che sono sempre così felice? eppure è così, in fondo uno pensa tutti i problemi si potranno risolvere piano piano, anche il problema negro, io sono favorevole a una lenta integrazione, ma quello che manca, accidenti, lo senti ogni giorno più grave, non per la televisione o per i persuasori occulti che quelle sono tutte stupidaggini e l'America è un grande paese, e la televisione poi è bellissima, ma è il fatto accidenti che proprio non capiscono niente, non hanno il senso della storia, non hanno il senso della filosofia, non hanno Hegel, è quello che cambia tutto, perciò sono così spappolati dentro, Hegel, qui a venire a spiegare Hegel, a mettere su un collegio hegeliano c'è da fare un sacco di quattrini, naturalmente io ragiono già con criterio americano, i quattrini sono la base di tutto e questo è ancora la cosa sana, fuori dei quattrini non c'è che la teologia, questo spaventoso monoteismo protestante-ebraico-cattolico che ha fatto blocco ed è diventato la stessa cosa come già era, spaventoso come sono monoteisti in America, io che sono più che mai politeista in tutto  e credo che la verità esista solo nella molteplicità degli dèi e in questo senso amavo l'America e ancora l'amo ma come diversa invece mi appare con questo monoteismo che fa del cattolicesimo qui un pericolo terribile e gli ebrei questi cani che non hanno mai costruito niente, pensare che l'America oggi pensa con cervello ebreo, novantacinque per cento ebreo, e gli ebrei cosa hanno risolto? niente, la psicanalisi per evitare le antitesi, basta  




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