lunedì 17 febbraio 2025

Si torna al bipartitismo imperfetto


Giorgio Galli (1928-2020), teorico del bipartitismo imperfetto


Ilvo Diamanti, Sondaggi politici: Fratelli d'Italia e Pd, la sfida resta a due
la Repubblica, 17 febbraio 2025

Il sondaggio condotto di recente da Demos mostra segni di continuità evidenti. In particolare, conferma il primato dei Fratelli d’Italia. E di Giorgia Meloni, fra i leader. Alla guida di un governo che, secondo una larga maggioranza di cittadini, resterà in carica fino al termine della legislatura, nel 2027. Mentre sull’altro versante il Pd resiste. Ma a distanza.

Così si ripropone un modello noto nella prima Repubblica che il politologo Giorgio Galli aveva definito «bipartitismo imperfetto». In quanto la Dc appariva senza alternativa. Per ragioni «internazionali». Vista la distanza del Pci dall’Occidente.

Oggi le cose sono molto diverse. Ma il quadro appare comunque diviso. FdI, nel sondaggio condotto da Demos, rafforza il primato. Infatti, raggiunge il 29,5%, in costante crescita dalle elezioni del 2022. Mentre il Partito democratico è stimato al 22,8%. In calo rispetto alle elezioni Europee del 2024. Tuttavia, resta molto sopra al M5s, che ottiene l’11,4%. In crescita, limitata, in confronto alle Europee. Più indietro, sotto al 10%, incontriamo Forza Italia e la Lega. E l’Alleanza verdi e sinistra. Infine, appena sopra o sotto al 3%, ci sono Azione, Italia Viva e +Europa.

Al di là delle differenze rilevate negli orientamenti verso il governo, i partiti e i loro leader, emerge dunque un declino generale e generalizzato del consenso nei confronti degli attori del sistema politico. E, quindi, della democrazia. Visto che i partiti ne costituiscono soggetti di base, per quanto discussi.

Questo quadro ha una storia lunga, delineata dalle ricerche condotte da Demos, con LaPolis-Università di Urbino, da oltre vent’anni. E pubblicate sul longform di Repubblica, su «Gli italiani e lo Stato». Nell’edizione recente, realizzata lo scorso dicembre, i partiti si confermavano in fondo alla graduatoria delle istituzioni per grado di fiducia. Espresso dal 9% dei cittadini. Mentre i primi, come negli anni precedenti, erano (sono) il Presidente della Repubblica e il Pontefice. Entrambi intorno al 60%. Appena sotto alle “Forze dell’Ordine” (65%). A conferma dell’importanza che, per i cittadini, riveste la domanda di sicurezza e di identità. Che, da tempo, è identificata, nelle figure di Sergio Mattarella e Papa Francesco. D’altra parte, i principali soggetti politici si sono «personalizzati» attraverso le figure che li guidano. Come avviene per i partiti.

Definiti da Mauro Calise, al tempo dell’esperienza di Silvio Berlusconi «partiti personali». Un modello che si è in seguito evoluto, o forse «devoluto», in «persone senza partiti». Perché i partiti oggi hanno il volto dei leader. E hanno delineato una «democrazia del leader», che oggi sarebbe (è) più opportuno declinare al femminile: «Democrazia della leader». Visto che i due principali partiti sono guidati da donne.

Il problema, o meglio, il rischio è quello già evocato. Un bipartitismo, o meglio ancora, un «bipolarismo imperfetto». Senza alternativa. Perché il centrosinistra appare diviso tra forze politiche reciprocamente sempre più incompatibili. E insofferenti.


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