domenica 2 febbraio 2025

Aspettando Davide



«Saul rispose a Davide: «Tu non puoi andare contro questo Filisteo a combattere con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d'armi fin dalla sua adolescenza». Ma Davide disse a Saul: «Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la pecora dalla sua bocca. Se si rivoltava contro di me, l'afferravo per le mascelle, l'abbattevo e lo uccidevo. Il tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso. Codesto Filisteo non circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha sfidato le schiere del Dio vivente». Samuele I, 17, 33-36

Contrariamente alle apparenze, nello scontro con il gigante Golia, il piccolo Davide era il più forte. Disponeva di quella che, nelle circostanze date, era l'arma assoluta, una semplice fionda. Il sasso scagliato dalla fionda rendeva inutile la pur imponente attrezzatura difensiva del gigante, l'armatura di bronzo e lo scudo. Poi Davide aveva dalla sua la forza della fede nel Dio vivente.  

Questa, e non altra, è la chiave della vittoria sulla destra trionfante in Italia e in America. Non serve indossare l'armatura: «Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e lo rivestì della corazza. Poi Davide cinse la spada di lui sopra l'armatura e cercò invano di camminare, perché non aveva mai provato. Allora Davide disse a Saul: «Non posso camminare con tutto questo, perché non sono abituato». E Davide se ne liberò». Samuele, I, 38-40. Serve individuare l'arma giusta, serve una visione strategica. 

Se mai sarà sconfitta, Giorgia Meloni sarà sconfitta da un avversario che non userà contro di lei il giavellotto di Golia, ma saprà maneggiare la fionda di Davide. E avrà, quell'avversario, una fede incrollabile nella forza invincibile dei suoi valori, l'uguaglianza, il diritto, la trasparenza. Non c'è altra via. Può darsi che il Davide vendicatore non sia una persona sola, ma dovrà essere uno e trino come la trinità del Credo. O uno e molteplice, che è lo stesso. 

La forza delle metafore ha un limite, come la potenza dei giganti senz'anima. Non basta dire la fionda e il sasso. Si tratta di capire che cosa, nella situazione concreta, vogliono dire la fionda e il sasso. Un programma, un progetto? Forse. Ma più ancora un'idea, qualche idea capace di aderire alla realtà come l'acqua che scorre fa con le asperità del terreno. Una idea riassumibile in uno slogan. Una idea che si incarna in una persona o in una serie di persone che si assumono le loro responsabilità di fronte a Dio (l'eterno) e alla storia (il tempo).

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Ezio Mauro, La sinistra e l'alfabeto del futuro, la Repubblica, 2 febbraio 2025

... Questo stato di cose significa una cosa sola, che tiene insieme tutto, spiegandolo: è in atto un vero e proprio cambio di egemonia culturale, che si sta compiendo a cielo aperto, davanti a noi. Dopo decenni di minorità e frustrazione, la radicalità di destra ibridata dal tecno-futurismo, oggi tiene in mano il vocabolario del futuro, aperto alla pagina consumata e grandiosa della democrazia. Ecco perché la sinistra non può più accontentarsi di giocare di rimbalzo, soltanto denunciando gli strappi al buonsenso democratico, ma deve portare la sfida al cuore culturale del sistema, da cui discendono le scelte politiche. Ciò vuol dire non solo tutelare il presente, ma immaginare il futuro: ci sarà pure un modo di stare nel "nuovo"  salvando le ragioni di una storia di popolo e di Paese, e rinnovando il patto di libertà della nostra civiltà democratica.  

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