domenica 10 novembre 2024

L'aggressione ai tifosi del Maccabi


La Repubblica del 10 novembre pubblica un articolo di Corrado Augias dal titolo "La caccia all'ebreo e i senza memoria". L'autore insiste sull'importanza della memoria e allinea alcuni incontestabili richiami al passato. Comincia sottolineando la coincidenza delle date. 9 novembre 2024, la caccia all'ebreo ad Amsterdam, 9 novembre 1938, la notte dei cristalli nella Germania di Hitler. Augias parla poi del focolare ebraico finalmente ritrovato dopo secoli di persecuzioni e di stermini nel 1948. Per finire fa notare la coincidenza del luogo. "I tentativi di linciaggio ... sono scoppiati ad Amsterdam dove Anna Frank ha vissuto la sua lunga passione e dove ha operato e scritto il filosofo Baruch Spinoza. Entrambi ebrei, rappresentanti entrambi di un pensiero mite, vittime di una persecuzione per la loro nascita o per le loro idee". Quelli che hanno osato aggredire in quel modo i tifosi del Maccabi sono degli smemorati. Ragione contro follia, si direbbe. Barbarie contro civiltà.
Augias espone le ragioni di un popolo che gli è caro e a nessuno può venire in mente di censurarlo per questo. La sua tuttavia si configura come una testimonianza di parte, la narrazione offerta è talvolta sbilanciata, talvolta impropria. Cominciamo dalla natura impropria. Si tirano in ballo personaggi degnissimi come Baruch Spinoza e Anna Frank, ritenuti "rappresentanti di un pensiero mite". Lasciando stare la sproporzione della rappresaglia israeliana contro l'orrore del 7 ottobre, alcuni tifosi del Maccabi avevano colto l'occasione della trasferta per 
intonare cori razzisti, ostili agli arabi, ed erano andati in giro per la città a togliere le bandiere palestinesi dagli edifici dove si trovavano esposte. Non proprio un comportamento mite. Di questo Augias nel suo articolo parla solo di sfuggita in un rapido accenno. Ecco lo sbilanciamento. 
Ciò detto i tifosi aggrediti non erano necessariamente i responsabili dei cori antiarabi e degli affronti alle bandiere. Inoltre anche ammettendo che gli israeliani presenti ad Amsterdam abbiano commesso un reato, questo fatto non autorizza le vittime a scatenare azioni punitive contro i presunti colpevoli. Infine un conto è strappare una bandiera, un altro conto è picchiare qualcuno. Un pezzo di stoffa per quanto dotato di un valore simbolico resta un pezzo di stoffa. In un contesto pacifico, una persona non dovrebbe diventare bersaglio di una azione violenta solo perché appartiene a un certo popolo.
Non c'è bisogno di scomodare Clausewitz per sostenere che la tendenza all'eccesso fa parte della guerra. Sarebbe tuttavia preferibile lasciare che siano solo i protagonisti diretti a dar prova di arroganza. I sostenitori sconsiderati dell'una o dell'altra parte in campo non aiutano a capire ciò che accade e possono solo aggravare il clima dello scontro. Certo, lasciandosi accecare dalla passione tribale, non danno prova di mitezza. 



 

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