Laura Marzi, Una cena a Königsberg con Immanuel Kant e Giacomo Casanova
il manifesto, 22 novembre 2024
La notte brava di Kant e Casanova per Neri Pozza (pp. 144, euro 17) è l’esordio alla narrativa di Daniele Archibugi, docente di filosofia politica in diversi atenei nazionali e internazionali. Il professore ha immaginato che durante la visita che davvero Casanova fece a Königsberg al governatore Hans von Lehwaldt abbia incontrato il grande filosofo, allora conosciuto col titolo di magister: Immanuel Kant. L’amicizia fra i due non è attestata dalle fonti storiche, ma è un desiderio della fantasia di Archibugi, che ha in questo modo messo a confronto due personaggi talmente diversi da poter essere considerati agli antipodi.
Nel corso di una prima serata insieme, a cena dal governatore, fra i due c’è una certa diffidenza, o meglio Kant teme che il famoso avventuriero veneziano seduca la giovane donna per cui prova trasporto, Charlotte, ma poi nel corso del tempo fra i due prevale una simpatia reciproca e una certa affinità intellettuale. Alla fine della serata l’ospite sottopone a Casanova un enigma: se fosse possibile attraversare i sette ponti della città di Königsberg passando su ognuno di essi solo una volta.
SI TRATTA DI UN PROBLEMA logico su cui aveva lavorato il matematico Eulero e che Casanova, famoso anche per essere riuscito a fuggire dalle carceri di Venezia dove era stato rinchiuso dall’Inquisizione, riesce a risolvere anche grazie all’aiuto del suo servo Lambert, personaggio realmente esistito, particolarmente dotato per la matematica. Casanova compie l’esplorazione della città e dei suoi ponti proprio in compagnia di Kant.
IL TITOLO del romanzo fa poi riferimento all’avventura che i due condividono, dopo una serata a teatro, quando Casanova ha deciso di lasciare la cittadina tedesca alla volta della Russia, dove si augura di poter godere dell’ospitalità della grande Caterina e individua in Kant l’unico interlocutore possibile per la richiesta di un prestito che gli permetta di proseguire nel viaggio. Casanova, dopo aver fatto amicizia con la compagnia che aveva messo in scena lo spettacolo di quella sera, porta con sé Kant nella locanda dove attrici e attori stanno continuando la loro serata.
QUI IL FILOSOFO, che in prima battuta è piuttosto restio a entrare nell’osteria, temendo che la sua reputazione ne possa venire macchiata, si lascia andare, complice la birra, e gode per una volta dei piaceri della vita. Trascorre una notte d’amore con la giovane attrice Madeleine, di cui crede di innamorarsi, tanto da chiederle l’indomani di sposarlo, ma lei fraintende la sua richiesta e riparte insieme a quello che probabilmente è il suo ragazzo, un giovane giocoliere che fa anche lui parte della compagnia teatrale.
Archibugi avvicina due personaggi che nel momento in cui si svolge la storia sono entrambi quarantenni, quindi per l’epoca sul viale del tramonto, i quali condividono anche una profonda solitudine. Kant dedica la sua vita allo studio e all’insegnamento ed è descritto come un uomo troppo timido per provare ad avere delle relazioni e troppo vecchio per sposarsi. Casanova d’altra parte è sempre alla ricerca di un modo per continuare a sopravvivere e a spostarsi, non potendo più tornare nella sua città. Al di là delle loro evidenti differenze i due riescono a trovare un’intesa e a sostenersi, seppur per poco tempo: «accanto a lui aveva smesso di sentirsi solo».
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