Mesale. Il mesale
era la tovaglia. Indicava un panno di tessuto grossolano da stendere
sul tavolo da pranzo. La tovaglia di Fiandra era un’altra cosa che
non si prestava all’uso quotidiano. Il tovagliolo invece era a
sarvietta,
in
napoletano ‘o
sarvietto. Parole
di origine francese
(serviette).
Mommola. In greco bombùlion.
Mòmmola
è un orciolo di terracotta con il collo stretto e due anse ai lati.
Serviva per tenere l’acqua in fresco. Accompagnava il contadino
nelle lunghe giornate che passava sul posto di lavoro. Veniva
attaccata con una cordicella al dorso dell’asino. Era chiusa da un
tappo di sughero. Lo stesso tipo di oggetto si chiamava mmile
in
dialetto salentino, con una parola derivata invece dal latino.
Intra lu mmile l’acqua se mmantene frisca.
Nell’orciolo l’acqua si conserva frisca. Un po’ più fresca, in
realtà. Ancora più fresca era l’acqua dei pozzi che su trovavano
in prossimità delle case e non erana facilmente raggiungibili.
Nzallanuto. Napoletano e cilentano. In italiano alla lettera sarebbe
“stralunato”, ma con una accezione un po’ diversa. La parola
italiana ha infatti come sinonimi stravolto,
sconvolto, inebetito. Invece 'Nzallanuto corrisponde piuttosto a intronato, rintronato. In italiano di qualcuno si può dire che è un intronato. Ecco, ‘nzallanuto si colloca in questo ordine di idee. Non si limita a segnalare una disposizione alquanto passeggera dell’animo, si
riferisce a un cambiamento più o meno durevole di natura. La persona così
definita si mostra sbadata, risulta disattenta, parla a sproposito. L’amico che si sente chiamato in
questo modo su un tono scherzoso non solo non capisce, non è più in
grado di capire. Un po’ come Orlando che nel poema dell’Ariosto
ha smarrito il senno sulla luna; da un punto di vista etimologico proprio
di quello si tratta: la parola greca alla radice è selene
e ‘nzallanuto
fa pensare a qualcuno che ha la testa nella luna, o ha perso la
testa, più semplicemente. Può essere innamorato, può avere subito
un trauma, può per qualche altra ragione aver perso il senso della
realtà. Si può solo sperare che un giorno rinsavisca.
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