martedì 26 novembre 2024

Berthe Morisot. La trasparenza

Berthe Morisot (Bourges, 14 gennaio 1841 – Parigi, 2 marzo 1895), pittrice.

L'impressionismo al femminile. Nel 1873, Berthe Morisot fondò con Monet, Pissarro, Sisley, Degas, Renoir e altri artisti meno conosciuti, la «Società anonima degli artisti, pittori, scultori, incisori, ecc». Con loro nel 1874 allestì una mostra alternativa nello studio del fotografo Nadar, e vi espose in veste di unica donna partecipante ben nove opere, tra acquerelli, pastelli e olii.  Successivamente  partecipò a tutte le altre mostre degli impressionisti, fatta eccezione per quella 
del 1879 (l'anno prima le era nata la figlia Julie): 1876, 1877, 1880, 1881, 1882 e 1886.  Aveva incontrato nel 1868 Edouard Manet che, catturato dal suo fascino, già in quell'anno la effigiò con altri due personaggi nel Balcone. Diventò la modella prediletta del pittore che in pochi anni la ritrasse ancora in altre dieci opere. Famosa la tela Berthe Morisot con un mazzo di violette (1872). La modella in essa occupa l'intero campo visivo, senza per questo proporre una immagine limpida e luminosa di sé. Paul Valéry ha evocato in proposito "la presenza di un'assenza" e ha così descritto l'impressione suscitata sullo spettatore: "I grandi occhi verdi di lei sono diventati neri ed emanano una energia inquietante e magnetica... le pupille svaniscono davanti alla retina". 
"La presenza di un'assenza" ritorna nei quadri, negli acquerelli e nei disegni della pittrice Berthe Morisot. La delicatezza nell'uso del pennello conduce a produrre figure evanescenti, con varie modalità. Nella Culla il velo è l'elemento più corposo della scena, il bimbo che la madre cova con lo sguardo ha una fisionomia appena abbozzata. In Julie con Pasie in giardino a Bougival le due fanciulle sono immerse nella natura che le circonda, sono mosse e sfuggenti, la bimba è ripresa di spalle, la dama è tutta riassunta in un volto tanto espressivo quanto lontano. L'Autoritratto con Julie sembrerebbe essere un'opera incompiuta. Alla fine l'immagine assume un suo significato nella forma che mantiene una volta per tutte. La figlia è un'ombra che si staglia alle spalle della madre, una sagoma che incombe. Julie raccoglie le ciliege è una giovane donna senza volto, il corpo si impone allo sguardo e si muove su uno sfondo che richiama il colore del cielo. 



La culla, 1872

 


particolare



    Julie con Pasie in giardino a Bougival, 1881




Autoritratto con Julie, 1885





Julie raccoglie le ciliegie, 1891




Giuseppe Sammartino, Il Cristo velato, 1753, Cappella Sansevero, Napoli 

Antonella Aricò

Per Mallarmé «l’amichevole medusa» dallo sguardo magnetico era un’opera d’arte vivente, «capace di badare la noia con una maestria singolare». La sua pittura avvolta in una delicata superficie emanava un “profumo” polveroso e ipnotico che si nascondeva nel mistero del silenzio. Un silenzio, che però diventava spettacolo di un moderno incantesimo, risultato di un’alchimia tra mobilità e illusione. Non erano altro che puri attimi di emozione dipinti in dolcissimi ricordi. La sensazione che provava il poeta nell’ammirare i quadri della Morisot era quella di «una carezza radiosa, idilliaca» che svaniva leggiadra come il volo di una farfalla nella sua memoria. Le pennellate di Madame Manet racchiudevano verità radiose in grado di smaterializzare tocco a tocco la natura, dissolta con il colore trasparente dell’aria.

https://machiave.blogspot.com/2024/10/berthe-morisot-la-magia-della-luce-e.html

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