Nell'estetica di Galvano Della Volpe, l'arte esprime concetti, non è solo forma e stile. Nel caso di Salvatore Quasimodo il pensiero appare sfuggente, inafferrabile. Quel che resta tuttavia mantiene un suo fascino. In questo componimento breve la musica è evocata dal nome di uno strumento che immemore e sordo trasmette una gioia duratura. Altre parole risuonano dense di allitterazioni. La poesia scorre tra le parole.
Òboe sommerso
l'acqua tramonta
sulle mie mani erbose.
e i giorni una maceria.
A suo tempo un poeta francese si era incamminato su una strada simile ed era andato molto oltre. In una delle sue poesie più note, aveva snocciolato un buon numero di vocaboli rari. Aveva inoltre immaginato una serie di versi che finivano con il suono ix: onyx, Phénix, ptyx, Styx. Aveva soprattutto curato l'aspetto sonoro del componimento senza badare troppo al senso. Quando aveva cercato di spiegare ciò che aveva voluto fare, aveva indicato l'obiettivo da lui perseguito in questo modo: "il senso (se c'è un senso) è evocato da un miraggio interno delle parole stesse". Se poi non ci fosse un senso - precisava - "mi consolerei grazie alla dose di poesia che il sonetto racchiude". Le poesie di Mallarmé - è di lui che stiamo parlando - sono state a suo tempo pubblicate in un volume della Pléiade. Secondo i curatori di tale edizione, Henri Mondor e G. Jean-Aubry, "l'effetto di questo sonetto si basa sulla sonorità stessa delle parole e principalmente delle rime scelte tra le più difficili". L'allitterazione raggiunge una vetta difficilmente eguagliabile nel celebre verso: "Aboli bibelot d'inanité sonore". Nelle terzine finali ricompaiono leggermente modificate le rime delle quartine iniziali: "ore" e "yx" diventano "or" e "ixe". Altra variazione, i maschili diventano femminili e viceversa. La poesia sta nel suono, più che nel senso.
Stéphane Mallarmé
Ses purs ongles très haut dédiant leur onyx,
L'Angoisse, ce minuit, soutient, lampadophore,
Maint rêve vespéral brûlé par le Phénix
Que ne recueille pas de cinéraire amphore
Sur les crédences, au salon vide : nul ptyx
Aboli bibelot d'inanité sonore,
(Car le Maître est allé puiser des pleurs au Styx
Avec ce seul objet dont le Néant s'honore.)
Mais proche la croisée au nord vacante, un or
Agonise selon peut-être le décor
Des licornes ruant du feu contre une nixe,
Elle, défunte nue en le miroir, encor
Que, dans l'oubli fermé par le cadre, se fixe
De scintillations sitôt le septuor.
Ed ecco la traduzione dovuta ad Adriano Guerrini:
Le
pure unghie di onice levando verso i cieli
L'Angoscia a
mezzanotte sostiene, lampadofora,
Arsi dalla Fenice i sogni
vesperali
Che non furono accolti da cineraria anfora:
Valve
qui nella vuota sala io non discerno
Abolito gingillo d’inanità
sonora
(Poi che il Maestro attinge i pianti dell’Averno
Con
questo solo oggetto di che il Nulla s’onora.
Ma
accanto alla vetrata aperta al nord un oro
Agonizza seguendo
l’araldico decoro
Di licorni avventanti fuoco contro un’ondina
Ella,
defunta, ignuda dentro lo specchio china,
Ancor che l’oblio
chiuso nel quadro presto forse
Fissi lo scintillio settemplice
dell’Orse.
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