domenica 22 giugno 2025

Una suffragetta d'altri tempi


Henry James, Le bostoniane (1886)

Verso le nove la luce dei suoi sibilanti becchi a gas colpì la maestosa persona della signora Farrinder, che avrebbe potuto rispondere negativamente alla domanda di Olive Chancellor. Era una donna florida e bella, nella quale una certa angolosità era stata smussata dall'aria del successo, portava un vestito frusciante (era evidente ciò che lei pensava in materia di gusto), aveva una capigliatura rigogliosa di un nero corvino, le braccia conserte, l'espressione che sembrava dire che il riposo, in una vita come la sua, era dolce quanto fugace, e una terribile regolarità di tratti. Attribuisco questo aggettivo alla sua maschera placida e avvenente perché essa sembrava affrontarvi con una domanda la cui risposta era prestabilita, chiedervi cioè come potesse non essere nobile un sembiante quando le sue misure erano così accurate. Non potevate contestare né le misure, né la nobiltà e dovevate sentire che la signora Farrinder s'imponeva senz'altro. Vi era in lei una levigatezza litografica, e una mistura di matrona americana e di personaggio pubblico. Vi era infatti un che di pubblico nei suoi occhi, che erano grandi, freddi e tranquilli; avevano acquisito una sorta di manifesta reticenza grazie all'abitudine di guardare dall'alto di un podio su un mare di teste, mentre la loro esimia proprietaria veniva elogiata da un cittadino ragguardevole. La signora Farrinder, pressocché in ogni occasione, aveva l'aria di poter essere presentata con poche parole di commento. Parlava con grande lentezza e precisione, e manifestamente con alto senso di responsabilità, pronunciava ogni sillaba di ogni parola e insisteva nell'essere esplicita. Se conversando con lei, cercavate di dare qualcosa per scontato, di saltare due o tre passaggi alla volta, lei faceva una pausa, guardandovi con fredda pazienza, come se conoscesse bene quel trucco, e poi proseguiva al ritmo del suo passo misurato. Teneva conferenze sulla temperanza e sui diritti delle donne: il traguardo per cui lavorava era ottenere il voto per ciascuna donna e togliere dalle mani degli uomini il calice ricolmo. Passava per possedere un tratto assai garbato, e per impersonare le virtù domestiche e le grazie del salotto, per essere insomma una prova lampante che, per le signore, il foro non è necessariamente in contrasto con il focolare. Aveva un marito, che si chiamava Amariah. 


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