Licenziamenti illegittimi
scheda verde
Si chiede l’abrogazione del decreto legislativo 23 del 2015, uno dei provvedimenti attuativi del Jobs act, che norma le tutele in caso di licenziamento illegittimo per i lavoratori assunti dopo il 7/3/2015 nelle aziende con più di 15 addetti.
Se vince il sì: anche a questi si applicherebbero le norme valide per gli altri dipendenti, ovvero la legge Fornero del 2012 che ha riformato l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori del 1970, limitando a pochi casi il diritto al reintegro nel posto di lavoro, ma comunque di più rispetto al decreto 23 che, di regola, prevede un indennizzo fino a 36 mensilità. Che però scenderebbero a 24 in caso di applicazione della Fornero.
Indennità nelle piccole aziende
scheda arancione
Si chiede l’abrogazione del decreto legislativo 23 del 2015, uno dei provvedimenti attuativi del Jobs act, che norma le tutele in caso di licenziamento illegittimo per i lavoratori assunti dopo il 7/3/2015 nelle aziende con più di 15 addetti.
Se vince il sì: anche a questi si applicherebbero le norme valide per gli altri dipendenti, ovvero la legge Fornero del 2012 che ha riformato l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori del 1970, limitando a pochi casi il diritto al reintegro nel posto di lavoro, ma comunque di più rispetto al decreto 23 che, di regola, prevede un indennizzo fino a 36 mensilità. Che però scenderebbero a 24 in caso di applicazione della Fornero.
Causali per i contratti a termine
scheda grigia
Il quesito mira ad abrogare l’articolo 19 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81 che disciplina la durata dei contratti a termine senza causali fino a 12 mesi. Al momento la legge autorizza i datori di lavoro ad assumere con contratti a tempo determinato della durata fino a 24 mesi, ma una motivazione è necessaria solo dai 12 mesi in su.
Se vince il sì: in caso di vittoria del sì, anche per i contratti a termine inferiori a 12 mesi, le aziende dovranno, fin dal primo giorno, indicare le causali, come da contratto collettivo. Obiettivo dei promotori è restringere il lavoro a termine. Il timore dei contrari è che le aziende assumano meno.
Appalti e sicurezza sul lavoro
scheda rossa
Il quesito riguarda la responsabilità solidale sulla sicurezza sul lavoro. Oggi esiste tra impresa committente e impresa che riceve l’appalto o il subappalto, tranne che sui «rischi specifici» dell’attività di quest’ultima. Si chiede l’abrogazione dell’articolo 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 che esclude proprio questa responsabilità in solido in caso di infortunio del lavoratore dell’azienda appaltatrice o subappaltatrice. Se vince il sì: la responsabilità si estende all’imprenditore committente anche per «rischi specifici». Obiettivo: è contrastare il più possibile le morti bianche. I contrari temono il blocco dei lavori.
La cittadinanza dopo cinque anni
scheda gialla
Il quesito numero 5 riguarda la cittadinanza italiana per cittadini extra-comunitari maggiorenni. Si chiede di abrogare l’articolo 9, comma 1 legge 5 febbraio 1992, n. 91 solo nella parte sul tempo minimo di residenza legale in Italia, oggi fissato a 10 anni. Se vince il sì: il tempo minimo richiesto si dimezza e lo straniero che risiede legalmente in Italia senza interruzioni da almeno 5 anni può richiedere la cittadinanza italiana, come avveniva prima del 1992. Restano intatti gli altri requisiti (reddito, lingua). Secondo i promotori 2,5 milioni di stranieri potrebbero diventare italiani a tutti gli effetti. Per i contrari, 5 anni sono pochi per una vera integrazione.
Fonte: Corriere della Sera, 4 giugno 2025
Che cosa c'è nei quesiti e che cosa può cambiare
a cura di Enrico Marro e Claudia Voltattorni
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