Michel Onfray
Teoria della dittatura
traduzione di Michele Zaffarano
Ponte alle Grazie, Milano 2020
Il Sessantotto segna la fine del dominio gollista-comunista e la sua sostituzione con il tandem liberal-libertario. Prima del Sessantotto, la filosofia era globalmente marxista; dopo il Sessantotto, diventerà strutturalista e decostruzionista. La formula marxista filosovietica viene insomma sostituita da una formula neoliberale e atlantista. Volendo parlare per personaggi: il Sartre normalista che lasciava de Gaulle di stucco con la sua Critica della ragione dialettica (1962) cede il posto a un altro normalista, Bernard-Henri Lévy , autore di un libro come La barbarie dal volto umano (1977) che così tanto rallegra Valéry Giscard d'Estaing...
Lo strutturalismo è una delle metamorfosi del platonismo, un pensiero cioè che considera l'idea più vera della realtà. Parliamo della tabula rasa di Barthes in materia di linguistica e di linguaggio, di quella di Lévi-Strauss in ambito antropologico, di quella di Lacan sul terreno della psicologia, di quella di Althusser nel settore della storia, di quella di Derrida nel campo della verità, di quella di Foucault nella sfera della sessualità, di quella di Deleuze per quanto riguarda la razionalità.
Il materialismo dialettico sfuma a favore di un nichilismo decostruzionista. Ecco che si scopre che la lingua è fascista, che la civiltà giudaico-cristiana viene messa ai margini, che il soggetto cosciente scompare sotto l'inconscio letterario, che le masse e il proletariato non fanno più la storia, che la verità di ognuno si trasforma nella verità tout court, che la marginalità sessuale diventa norma e che lo schizofrenico viene assunto a prototipo della ragion pura.
Sono, queste, alcune delle linee di forza del gauchismo culturale in cui viviamo grazie al post-Sessantotto. E quali sono gli articoli di fede di questo gauchismo? Distruggere il linguaggio, fallocratico portatore degli stereotipi di classe e di genere; accelerare il processo del crollo della civiltà giudaico-cristiana e celebrare qualsiasi cosa contribuisca alla sua perdita; negare la natura umana, la biologia, l'anatomia e la fisiologia in nome di un corpo concettuale che viene decretato più vero del corpo reale; abolire la libertà, la scelta e la responsabilità individuale in nome dei determinismi sociali e sociologici; offrire alle minoranze razziali, sessuali, culturali e religiose il ruolo di autori avanguardisti della Storia; smantellare una volta per tutte la verità una e unica a tutto vantaggio di un prospettivismo in cui ogni cosa vale qualsiasi altra cosa; mandare in frantumi l'immagine patriarcale della coppia monogama a profitto della meccanica raggelata di concatenazioni egotistiche; mettere in causa la ragione ragionevole e ragionante e ratificare il discorso del metodo del pazzo.
L'ideologia strutturalista soddisfa gli Stati Uniti. È del resto proprio negli USA che questo pensiero si trasforma in French Theory! Il pensiero sessantottino soddisfa lo Zio Tom perché è critico nei confronti del blocco sovietico - che comunque scompare nel 1991... Aureolato del prestigio ottenuto in un paio di campus oltreoceano, questo pensiero rientra in Francia dopo aver vinto una guerra ridicolmente inconsistente. A importare non sono tanto i giochi verbali della teoria francese, quanto il fatto che quest'ultima è capace di sviare dal marxismo culturale, dal comunismo politico, dalla rivoluzione proletaria e dalla minaccia sovietica: è tutto quello che le si chiede.
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