lunedì 14 ottobre 2024

Il suicidio di Israele

 



Israele stava già attraversando un periodo di crisi drammatica prima del criminale attacco del 7 ottobre 2023. Grandi manifestazioni chiedevano a gran voce le dimissioni di Netanyahu e del suo governo e il paese era praticamente bloccato. La risposta al gesto terroristico di Hamas con la guerra di Gaza rischia però di essere un vero e proprio suicidio per Israele. Da un lato, infatti, abbiamo l’involuzione del sionismo, o meglio dei sionismi: da quello originario della fine del XIX secolo, passando per quello liberale e favorevole alla pace con gli arabi, fino alla crescita del movimento oltranzista dei coloni e all’assassinio di Rabin. Dall’altro, il resto del mondo ebraico – la diaspora americana e quella europea – si confronta oggi con un crescente antisemitismo che, contrariamente alla propaganda di Netanyahu, non è la stessa cosa dell’antisionismo, ma che certo dalle vicende della guerra di Gaza trae spunto e alimento. Per salvare Israele è necessario contrapporre al suprematismo ebraico, proprio dell’attuale governo Netanyahu, l’idea che lo Stato di Israele deve esercitare l’uguaglianza dei diritti verso tutti i suoi cittadini e deve porre fine all’occupazione favorendo la creazione di uno Stato palestinese. Qualunque sostegno ai diritti di Israele – esistenza, sicurezza – non può prescindere da quello dei diritti dei palestinesi. Senza una diversa politica verso i palestinesi Hamas non potrà essere sconfitta ma continuerà a risorgere dalle sue ceneri. Non saranno le armi a sconfiggere Hamas, ma la politica. (presentazione editoriale)

Anna Foa davanti alla tomba del padre Vittorio nel cimitero di Castagneto a Formia



Anna Foa, come Gad Lerner del resto e altri ancora, mostra come sia possibile mantenere una palese appartenenza all'ebraismo senza per nulla sposare il nazionalismo ebraico inteso alla maniera di Netanyahu. 
Buona parte della soluzione più appropriata del conflitto tra israeliani e palestinesi risiede in un ripensamento delle identità. Sarebbe un compito delle nuove generazioni ed è una speranza per il futuro. Anna Foa si incammina su questa strada, pur essendo avanti negli anni. Intesa in un senso dinamico, la vecchiaia può essere il momento in cui ci si libera dai condizionamenti indesiderati. Vittorio Foa ha avuto in tal senso una splendida vecchiaia e sua figlia non è da meno. 

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