giovedì 17 ottobre 2024

Voltaire se la prende con i creduloni

  


LO SPIRITO FALSO

Abbiamo ciechi, orbi, strabici, guerci, torvi, presbiti, miopi, o distinti, o confusi, o deboli, o instancabili. Tutto questo è un'immagine abbastanza fedele del nostro intendimento. Ma difficilmente sperimentiamo una percezione falsa. Non c'è quasi nessuno che prenda sempre un gallo per un cavallo, né un vaso da notte per una casa. Perché spesso incontriamo menti che sono abbastanza giuste, ma che hanno assolutamente torto su cose importanti? Perché questo stesso siamese che non si lascerà mai ingannare quando si tratta di rimettergli tre rupie, crede fermamente nelle metamorfosi di Sammonocodom? Per quale strano capriccio gli uomini sensati assomigliano a Don Chisciotte, il quale credeva di vedere giganti dove gli altri uomini vedevano solo mulini a vento? Se non altro, Don Chisciotte appare più scusabile del siamese il quale crede che Sammonocodom sia venuto sulla terra più volte, e del turco che è convinto che Maometto gli abbia messo la metà della luna nella manica. Infatti Don Chisciotte, infervorato dall'idea di dover combattere contro i giganti, può immaginare che un gigante debba avere un corpo grosso come un mulino a vento, e braccia lunghe quanto le ali del mulino a vento: ma da quale supposizione può prendere le mosse  un uomo sensato per lui convincersi che la metà della luna è entrata in una manica, e che un Sammonocodom è sceso dal cielo per venire a giocare con gli aquiloni in Siam, abbattere una foresta ed eseguire giochi di prestigio?

I più grandi geni possono avere una falsa idea di un principio da essi recepito senza esame. Newton mostrava di avere una mentalità assai falsa quando commentava l'Apocalisse.  

Tutto ciò che alcuni tiranni delle anime desiderano è che gli uomini che essi istruiscono abbiano uno spirito falso. Un fachiro alleva un bambino che promette molto; impiega cinque o sei anni a ficcargli in testa che il dio Fo apparve agli uomini come elefante bianco, e persuade il bambino che sarà frustato dopo la sua morte per cinquecentomila anni, se non crede a queste metamorfosi. Aggiunge che alla fine del mondo il nemico del dio Fo verrà a combattere contro questa divinità.

Il bambino studia e diventa un prodigio; argomenta sulle lezioni del suo maestro, trova che Fo ha potuto solo trasformarsi in elefante bianco, perché questo è l'animale più bello. I re di Siam e del Pegu, dice, si sono fatti la guerra per un elefante bianco; certamente se Fo non fosse stato nascosto in quell'elefante, quei re non sarebbero stati così insensati da combattere per il possesso di un semplice animale.

Il nemico di Fo verrà a sfidarlo alla fine del mondo; sicuramente questo nemico sarà un rinoceronte, perché il rinoceronte combatte l'elefante. Così ragiona in età matura l'allievo sapiente del fachiro, e diventa una delle luci dell'India; più ha la mente sottile, più ce l'ha falsa, e forma poi spiriti falsi come lui.

Mostriamo a tutti questi energumeni un po' di logica, e la assorbono abbastanza facilmente; ma, cosa strana! La loro mente non è risanata per questo; essi vedono le verità della logica, ma essa non insegna loro a pesare le probabilità; hanno preso la loro piega, ragioneranno storto tutta la vita e ne sono arrabbiato per loro.

ESPRIT FAUX.



Nous avons des aveugles, des borgnes, des bigles, des louches, des vuës longues, des vuës courtes, ou distinctes, ou confuses, ou faibles, ou infatigables. Tout cela est une image assez fidelle de notre entendement. Mais on ne connaît guère de vuë fausse. Il n’y a guère d’hommes qui prenne toûjours un coq pour un cheval, ni un pot de chambre pour une maison. Pourquoi rencontre-t-on souvent des esprits assez justes d’ailleurs, qui sont absolument faux sur des choses importantes ? Pourquoi ce même Siamois qui ne se laissera jamais tromper quand il sera question de lui compter trois roupies, croit-il fermement aux métamorphoses de Sammonocodom ? Par quelle étrange bizarrerie des hommes sensés ressemblent-ils à Don Quichote, qui croyait voir des géants où les autres hommes ne voyaient que des moulins à vent ? Encore Don Quichote était plus excusable que le Siamois qui croit que Sammonocodom est venu plusieurs fois sur la terre, & que le Turc qui est persuadé que Mahomet a mis la moitié de la lune dans sa manche. Car Don Quichote frappé de l’idée qu’il doit combattre des géants, peut se figurer qu’un géant doit avoir le corps aussi gros qu’un moulin, & les bras aussi longs que les ailes du moulin : mais de quelle supposition peut partir un homme sensé pour se persuader que la moitié de la lune est entrée dans une manche, & qu’un Sammonocodom est descendu du ciel pour venir jouer au cerf-volant à Siam, couper une forêt, & faire des tours de passe-passe ?

Les plus grands génies peuvent avoir l’esprit faux sur un principe qu’ils ont reçu sans examen. Newton avait l’esprit très faux quand il commentait l’Apocalypse.

Tout ce que certains tyrans des ames désirent, c’est que les hommes qu’ils enseignent, aient l’esprit faux. Un faquir élève un enfant qui promet beaucoup ; il emploie cinq ou six années à lui enfoncer dans la tête que le dieu Fo apparut aux hommes en éléphant blanc, & il persuade l’enfant qu’il sera fouetté après sa mort pendant cinq cent mille années, s’il ne croit pas ces métamorphoses. Il ajoute qu’à la fin du monde l’ennemi du dieu Fo viendra combattre contre cette divinité.

L’enfant étudie & devient un prodige ; il argumente sur les leçons de son maître, il trouve que Fo n’a pû se changer qu’en éléphant blanc, parce que c’est le plus beau des animaux. Les rois de Siam & du Pégu, dit-il, se sont fait la guerre pour un éléphant blanc ; certainement si Fo n’avait pas été caché dans cet éléphant, ces rois n’auraient pas été si insensés que de combattre pour la possession d’un simple animal.

L’ennemi de Fo viendra le défier à la fin du monde ; certainement cet ennemi sera un rinocerot, car le rinocerot combat l’éléphant. C’est ainsi que raisonne dans un âge mûr l’élève savant du faquir, & il devient une des lumières des Indes ; plus il a l’esprit subtil, plus il l’a faux, & il forme ensuite des esprits faux comme lui.

On montre à tous ces énergumènes un peu de géométrie, & ils l’apprennent assez facilement ; mais, chose étrange ! Leur esprit n’est pas redressé pour cela ; ils aperçoivent les vérités de la géométrie, mais elle ne leur apprend point à peser les probabilités ; ils ont pris leur pli, ils raisonneront de travers toute leur vie, & j’en suis fâché pour eux.

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